Pestaggio a Broni per rapinare un ragazzino: identificati e denunciati due coetanei

La violenta aggressione per il magro bottino di 50 euro più gli auricolari. La vittima era finita in ospedale a Stradella con la frattura della mandibola e altre contusioni

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di Stefano Zanette

Colpito con pugni e calci, finito in ospedale. Vittima dell’aggressione un 16enne che ha riportato contusioni varie ma soprattutto la frattura della mandibola, per una prognosi di 20 giorni come refertato all’ospedale di Stradella. L’episodio, accaduto a Broni, risale al venerdì 16 settembre. Ma era stato tenuto sotto massimo riserbo fino a ieri, quando i carabinieri del Comando provinciale di Pavia hanno resi noti i risultati ottenuti dalle attività d’indagine. I due aggressori, che pure avevano agito a volto scoperto, dopo il pestaggio si erano infatti dileguati nel nulla, riuscendo a far perdere le loro tracce prima dell’arrivo dei soccorritori e delle forze dell’ordine. Ma i militari della Compagnia di Stradella sono riusciti a individuare i due presunti responsabili che sono stati deferiti in stato di libertà alla Procura minorile di Milano.

Si tratta infatti di due minorenni, uno di 15 e l’altro di 17 anni, residenti entrambi nell’Oltrepo stradellino. Per loro le accuse sono di rapina aggravata e lesioni personali in concorso. Il pestaggio era infatti finalizzato a portar via al 16enne tutto quello che aveva con sé. Forse nelle intenzioni dei due giovanissimi responsabili il fine della rapina era quasi un pretesto per dare sfogo alla violenza, una sorta di atto di bullismo che però si è concretizzato in reati di rilevanza penale. Il bottino era stato peraltro modesto, perché il 16enne non aveva con sé nulla di particolarmente prezioso: pochi soldi in contanti, meno di 50 euro, e un paio di auricolari AirPods.

Forse più un trofeo che non un vero e proprio bottino per i due giovani responsabili, in particolare per il 17enne. Nelle perquisizioni domiciliari effettuate dagli stessi carabinieri su delega dell’autorità giudiziaria minorile di Milano, proprio a casa del 17enne sono stati infatti ritrovati gli stessi auricolari AirPods che erano stati portati via circa due mesi prima al 16enne malmenato. Una circostanza che ha avvalorato le ipotesi investigative già avanzate dai militari giunti all’identificazione dei presunti responsabili, con il trofeo del pestaggio che è diventato prova del reato.

Una vicenda che inevitabilmente porta alla luce problematiche giovanili certo gravi, per cui le possibili soluzioni vanno ben oltre la mera repressione di reati, da inserire in un contesto che non può essere reso noto per la necessaria tutela sia della vittima sia dei presunti responsabili, tutti ancora minorenni.