Pestaggi in carcere "Noi non protestavamo"

Pavia, a marzo 2020 il clima teso per le visite negate ai parenti. Sentito un ex detenuto. "Io sul tetto per paura del fuoco"

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di Nicoletta Pisanu

Proseguono le indagini per i presunti pestaggi del marzo 2020 nel carcere di Torre del Gallo a Pavia. L’inchiesta era partita in seguito alle denunce presentate contro ignoti da alcuni detenuti all’autorità giudiziaria, querele in cui si raccontava che sarebbero stati picchiati e umiliati da un gruppo di agenti di polizia penitenziaria il 9 marzo di due anni fa, all’indomani di una rivolta scoppiata nella casa circondariale pavese. All’epoca infatti era cresciuto il malcontento in numerosi carceri italiani, tra cui quello di Pavia, in seguito alle restrizioni imposte alle visite per cercare di contenere la pandemia di coronavirus che in quelle settimane aveva iniziato a diffondersi nel nostro Paese e che aveva condotto ad adottare, tra gli altri provvedimenti, proprio in quei giorni il primo lockdown nazionale. A Pavia durante la protesta erano stati appiccati incendi nella struttura e un agente era stato aggredito. Diversi detenuti erano anche saliti sul tetto del carcere.

Tra loro c’era anche un 50enne italiano, ora non più soggetto alla custodia in carcere in quanto ha finito di scontare la pena, che ieri è stato sentito dagli inquirenti come testimone poiché tra le persone che hanno denunciato i presunti maltrattamenti. Il suo esposto infatti riportava come l’uomo fosse salito sul tetto per paura del fuoco, non per protestare, e che il giorno seguente, secondo la sua versione dei fatti, alcuni agenti avrebbero picchiato lui e altri detenuti. L’indagine inizialmente era stata archiviata dal Giudice di pace, ma i legali dei detenuti che avevano presentato le denunce, in collaborazione anche con l’associazione Antigone, avevano fatto opposizione all’archiviazione. Il Gip di Pavia a maggio 2021 aveva accolto l’opposizione e disposto la riapertura delle indagini per approfondire le accuse, ora gli accertamenti stanno proseguendo: "I miei assistiti hanno espresso apprezzamento per il proseguimento delle indagini – ha commentato l’avvocato Pierluigi Vittadini –. Abbiamo piena fiducia nel lavoro della Procura e siamo certi che la verità dei fatti sarà accertata in tutti i suoi particolari". Non è escluso che possano essere sentite altre persone.