Personale del San Matteo in Turchia "Speriamo di riuscire a salvare vite"

Partiti medico rianimatore, infermiere e un soccorritore “logistico“. Specializzati a operare nelle calamità

di Manuela Marziani

Il tempo di arrivare al campo base, ricevere il passaggio di consegne dai colleghi e rimboccarsi le maniche. Da oggi saranno operativi in Turchia, tre dipendenti del San Matteo: un medico rianimatore, un infermiere e un soccorritore impegnato nella logistica. Il gruppo che appartiene al Team Usar composto anche da vigili del fuoco è specializzato nel soccorso di persone rimaste sotto le macerie. Lo hanno già fatto in occasione del crollo del ponte Morandi, ad Amatrice, Rigopiano e in Albania. "Siamo addestrati a portare soccorso in particolari condizioni - spiegano gli operatori -. La nostra squadra è formata da differenti competenze che vanno dai vigili del fuoco ai medici rianimatori". L’auspicio è riuscire a trovare ancora persone vive sotto quel che resta dei palazzi crollati. "E’ l’obiettivo della nostra missione - aggiungono - anche se, purtroppo, più passa il tempo e più diminuiscono le speranze. Ma è stato estratto un bambino di 2 mesi e speriamo di poterne salvare altri. I bambini riescono a sopravvivere in spazi ridotti, anche se di contro hanno problemi di disidratazione e ipotermia". Da lunedì, quando in Turchia si è verificato il devastante terremoto, il gruppo era pronto a partire. "Molti mi hanno dato la propria disponibilità - sottolinea il medical officer del Team Usar Areu Lombardia Andrea Comelli - e avrebbero voluto partecipare alla missione. Ho dovuto rinunciare a diverse persone, non potevamo partire con un team troppo nutrito per questioni logistiche".

Il personale che porterà aiuti alle persone colpite dal terremoto in Turchia è certificato per le missioni internazionali e ha sempre pronte delle cassette con il materiale sanitario che serve e che ha dovuto modificare in fretta e furia perché, oltre ai farmaci, è stato necessario caricare sull’aereo turboelica che da Pisa ha portato il team in Turchia anche derrate alimentari e acqua per una settimana di permanenza. Tanto durerà la missione durante la quale saranno localizzati i feriti, quindi si scaverà per raggiungerli, stabilizzarli ed estrarli. "Non sarà facile - proseguono i soccorritori del Team Usar che, oltre ai sanitari pavesi è composto da dipendenti dell’Asst Spedali civili di Brescia e, dopo l’arrivo a Incirlik sarà trasferito ad Hatay dove i vigili del fuoco hanno allestito una struttura e opererà su due edifici crollati -, è una missione pesante che impegna fisicamente e mentalmente. Durante quei 7 o 10 giorni ci dimentichiamo di mangiare e di dormire, poi crolliamo sul volo di ritorno".