Per Eitan la miglior cura in questi dodici mesi è stata l’amore degli zii

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Una domenica di sole sul lago Maggiore, una gita con la famiglia alla scoperta di località non ancora visitate, ma all’improvviso la fune si spezza e con lei i sogni e le vite di 14 passeggeri. Sono trascorsi 365 giorni dal drammatico incidente del Mottarone e, in questo anno, la vita di molte persone è cambiata. Sulla funivia che da Stresa portava in montagna c’erano sorelle, fratelli, genitori. Uno solo è sopravvissuto, Eitan Biran. Per il piccolo il 23 maggio sarà un giorno normale fatto di lezioni all’istituto delle Canossiane e rientro a casa a Travacò dove vive con la zia Aya, lo zio Or Nirko, le cuginette e i nonni nella villetta accanto. "Eitan è attorniato da persone che lo amano immensamente – dice l’avvocato monzese Andrea Cascio, tutore legale del bambino –. E non mi riferisco soltanto ai familiari, ma anche agli amici e alla gente comune. Tutti provano un immenso affetto per un bambino che magari non hanno mai visto".

Il piccolo tra poco compirà 7 anni. "Eitan è sereno – ha sottolineato l’avvocato al rientro da una delle visite periodiche che compie a Pavia – e, compatibilmente con il suo passato, sta bene. Conduce una vita normale come deve fare un bambino della sua età ed è ben curato". L’avvocato Cascio non si occupa dell’aspetto penale della vicenda affidato a un altro professionista, ma sull’incidente e poi sul rapimento del bambino da parte del nonno sono diverse le questioni ancora aperte, che passano in secondo piano di fronte al benessere di Eitan. A sei mesi di distanza, Eitan vive a casa degli zii paterni, sente al telefono la nonna materna Esther Cohen e incontra gli zii materni, oltre all’avvocato Cascio che ha fatto entrare nella sua vita perché un po’ d’amore in più non guasta.

Manuela Marziani