Lanci di sassi contro l’abitazione della ex compagna, insulti in mezzo alla strada, un tentativo di farsi investire: con l’accusa di stalking, un 44enne del Pavese ieri mattina è stato condannato in tribunale a Pavia con rito abbreviato a due anni e sei mesi di reclusione. È ai domiciliari. Le angherie nei confronti della parte offesa secondo le accuse si sono verificate nell’autunno 2021.
Inizialmente l’uomo aveva cercato di avvicinare la donna, con cui in precedenza aveva avuto una relazione, e di avere contatti nonostante lei non volesse, poi per due notti si era presentato alla sua abitazione urlando offese e, nel secondo caso, lanciando pietre contro la sua camera da letto, gridando insulti e mettendo la musica ad alto volume. In seguito l’aveva anche seguita in bicicletta, una volta che l’aveva raggiunta si era slacciato i pantaloni e l’aveva costretta a subire atti sessuali contro la sua volontà: all’arrivo delle forze dell’ordine aveva urlato insulti verso di lei.
Tra gli altri episodi contestati, l’uomo avrebbe cercato di farsi investire mentre la parte offesa stava guidando l’auto e, in un’altra occasione, aveva telefonato al posto di lavoro della ex compagna spacciandosi per un carabiniere, al solo scopo di farsela passare e poter avere un contatto con lei. Era stato poi denunciato e portato a processo, ora la decisione di primo grado.