Pavia, sponde erose, poca acqua. I remieri: Allarme Ticino

Le associazioni pavesi hanno organizzato un incontro sul lo stato del fiume Tra i problemi, la manutenzione e la mancanza di coordinamento degli enti

Guido Corsato, presidente della Battellieri Colombo

Guido Corsato, presidente della Battellieri Colombo

 

Pavia, 2 aprile 2022 -  "Siamo preoccupati per lo stato di salute del Ticino". Lo hanno ribadito le associazioni remiere pavesi che l’altra sera hanno organizzato un incontro per parlare del fiume. Una risorsa, per Pavia, che sta soffocando, a causa della mancanza d’acqua, dell’erosione delle sponde e di enti, cui compete la manutenzione, che non si coordinano. Sono riemersi, infatti, i resti dell’antico ponte romano, di quello medievale e la torre del catenone. Se ne accorgono gli atleti del Cus, costretti ad andare fino al ponte della Becca per i loro allenamenti. "Perché – è stato chiesto durante l’incontro – non si studia un sistema per far tornare indietro l’acqua, una volta arrivata al ponte della Becca?".

Al momento il fiume non è navigabile, dal lago Maggiore infatti non arriva neppure quel minimo di acqua necessario, a causa della siccità.

"Il progetto Pavia città d’acqua – ha sottolineato Guido Corsato, presidente della Battellieri Colombo – oltre a prevedere il recupero dell’idroscalo e non solo, ipotizza la realizzazione di un porticciolo su un corso d’acqua che non è navigabile".

Per consentire a chi sfrutta il fiume di poterlo fare, forse si potrebbe permettere la rimozione di materiali che si depositano sul letto del fiume e poi si accatastano ai piedi delle pile dei ponti. "Le leggi possono essere cambiate – ha aggiunto Corsato – se oggi sono vietate le cave in alveo, domani potrebbero non esserlo più e la ghiaia che dovesse essere recuperata potrebbe essere ceduta alle onlus o agli enti benefici".

Secondo i tecnici, però, la ghiaia non deve essere tolta. "Il fiume va incanalato – hanno aggiunto altri partecipanti all’incontro che si è tenuto alla Canottieri – altrimenti si porta via le sponde come sta accadendo". La stessa Canottieri, infatti, ha una riva erosa. E, in caso di alluvione, dovrebbe entrare in gioco il piccolo Mose, delle barriere collocate a protezione del Borgo basso, costate 3 milioni e mezzo di euro, che non soddisfano molti borghigiani, convinti che l’acqua verrebbe semplicemente spostata da un punto a un altro.

«Bisogna parlare del fiume – ha concluso Corsato – e farlo con tutti gli enti che hanno una competenza sul corso d’acqua e i pavesi che lo amano. All’incontro dell’altra sera hanno partecipato un centinaio di persone, se al prossimo appuntamento, che dovremo ospitare nella nostra sede, non riusciremo a coinvolgere tutti, sarebbe inutile un altro incontro".