Pavia, c'era una volta la movida che arricchiva: il calo del business è ormai conclamato

Il business della movida continua a far registrare dati in calo

Movida estiva in piazza Vittoria

Movida estiva in piazza Vittoria

Pavia, 14 agosto 2018 - Il business della movida continua a far registrare dati in calo, per il terzo anno consecutivo. Segnali preoccupanti per un indotto in diminuzione, a fronte dell’aumento degli episodi di “mala-movida” e delle lamentale dei residenti. In provincia di Pavia, le imprese legate al settore della movida, in base a un’elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi, sui dati dei registri camerali, a livello nazionale e lombardo, sono diminuite dalle 6.658 del primo trimestre 2017 alle 6.567 del primo trimestre di quest’anno. Un dato numericamente contenuto (91 unità), ma che prosegue una tendenza che sembra andarsi consolidando: già lo scorso anno si registrava infatti un calo di altre 139 attività rispetto alle 6.797 del 2016, già diminuite rispetto alle 6.858 del 2015 (-61 attività), ultimo anno in crescita rispetto al 2014 (6.819). In 3 anni, in totale, il calo è stato di 291 attività. Nell’elaborazione della Camera di commercio di Milano vengono presi in considerazione diversi settori, non solo bar e ristoranti ma anche negozi di abbigliamento, edicole e tabaccai. Ma analizzando i dati di ogni singolo settore, in provincia di Pavia si nota il calo sia del settore commercio (inclusi i bar), da 3.193 a 3.112 (-81) sia di quello della ristorazione, da 2.897 a 2.873 (-24). Un calo in controtendenza rispetto al totale regionale: nelle province lombarde il dato è in lieve aumento, dalle 120.112 imprese del 2017 alle 120.194 di quest’anno (+82).

Sempre nell’elaborazione statistica camerale, il business annuale del settore viene stimato di 461.434.969 euro per la provincia di Pavia. «Che il business della movida a Pavia sia in calo, è ormai un dato di fatto»: è il commento di Alessio Caslotti, che lo scorso febbraio ha chiuso il bar Delorean in piazza della Vittoria, anche se sta per riaprire un locale più ampio, sempre nella stessa piazza. «La mia chiusura – spiega il barista – è legata alla scelta di ampliare lo spazio all’interno: nel nuovo locale avremo 40 posti a sedere, mentre nel precedente locale, a parte i tavolini fuori, lo spazio interno era molto limitato». Quindi non è stata una chiusura per la crisi del settore? «Diciamo che la scelta l’ho fatta in considerazione anche della situazione negativa – risponde – per cercare di reagire, puntando su un altro target di clientela, più adulta e anche tranquilla. Nei due anni di apertura del bar Delorean, ho notato un netto calo dell’indotto da movida: anche al mercoledì sera, quando di ragazzi in giro ce ne sono tanti, in realtà si lavora poco. E il sabato è pure peggio, con orde di ragazzini che si ubriacano ma senza spendere. Quale sia il guadagno di chi vende 3 chupiti a 1 euro, non l’ho mai capito». Spendono poco e fanno danni. «Il termine “mala-movida” – conclude il barista – però per me è sbagliato: si tratta di singole persone o gruppetti, che non sono in giro per divertirsi ma solo per fare danni. La movida è un’altra cosa, che a Pavia purtroppo non c’è più. E il degrado di vedere ragazzini ubriachi che vomitano o urinano sotto i portici, non è un bel biglietto da visita per la città».