Pavia, boom del gioco d’azzardo L’Ats: "Il fenomeno non è un gioco"

Oltre tremila i pazienti seguiti in provincia dal servizio tossicodipendenze "È una patologia, va curata"

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di Manuela Marziani

Nel 2019 ogni italiano ha giocato d’azzardo 1.230 euro, ogni lombardo 1.435 e ogni pavese 1.846. Un dato preoccupante che nel 2020 è anche peggiorato con una diminuzione del gioco fisico e un incremento per quello on line. Proprio per arginare il fenomeno che interessa soprattutto i disoccupati e pensionati, in occasione della Giornata mondiale del gioco, il direttore generale di Ats Pavia Mara Azzi, ha promosso il progetto “Gioca sano e vai lontano“. "Il gioco è fondamentale per la crescita di un bambino e nella vita di un adulto - ha detto Azzi -. L’azzardo invece viene vissuto con senso di colpa, come una vergogna. Invece è da curare perché è una patologia". Soltanto 10 i nuovi assistiti del Servizio per le tossicodipendenze di Pavia e Oltrepo e 3.151 complessivamente i pazienti seguiti in provincia. Per far capire, a cominciare dai giovani che l’azzardo è una patologia è stato lanciato un concorso di idee “L’azzardo non è un gioco“.

Cinquecento i ragazzi che hanno partecipato e 5 le scuole premiate (per le medie istituto comprensivo di via Angelini e istituto paritario San Giuseppe di Vigevano; per le superiori Cremona, Taramelli-Foscolo e San Giuseppe di Vigevano) oltre al Centro servizi volontariato. E ora il direttore Azzi vorrebbe fare rete per intercettare chi si trova in difficoltà prima di rovinarsi.