Palazzina a rischio crollo sgomberata "Alle prime crepe siamo corsi fuori"

Pavia, le testimonianze dei residenti in via De Motis che ora sono ospitati da parenti, amici e in un hotel

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di Manuela Marziani

Infradito ai piedi e volti tra le mani. Hanno trascorso il pomeriggio così molti residenti in via De Motis, spaesati e preoccupati perché improvvisamente, mentre si stavano preparando il pranzo, hanno dovuto abbandonare la propria casa che ora è a rischio crollo a causa di un cedimento delle fondamenta. Non c’era mai stata alcuna avvisaglia in quella palazzina, l’ultima di tre caseggiati uguali realizzati settant’anni fa dall’attuale Aler che accolgono nove famiglie ciascuno. "Abito qui da moltissimo tempo - ha raccontato Giuseppe, colui che per primo ha chiamato i soccorsi - e non abbiamo mai avuto problemi. Mentre stavo cucinando ho sentito degli scricchiolii e ho visto delle crepe sul soffitto. Poco dopo, ho sentito delle persone che correvano sulle scale".

In un attimo nel cortile dei tre edifici si sono radunate moltissime persone, mentre chi abita nei palazzi o nelle villette vicine guardava incuriosito dai balconi o da dietro i cancelli. "Sembrava che qualcuno stesse dando delle martellate - ha aggiunto Marzio Cossali, studente di ingegneria che vive con la fidanzata Veronica Ricuperati in un alloggio al terzo piano - e si è aperta una crepa. Mi sono spostato in soggiorno per vedere se si trattasse di un terremoto, ma il lampadario era fermo, così abbiamo deciso di scappare. E abbiamo fatto bene, alla signora di fianco a noi è sprofondato il soffitto, non riusciva ad uscire". I due ragazzi sono scappati in strada come si trovavano, proprio come ha fatto un altro uomo che ha fatto in tempo a prendere in braccio soltanto il suo cagnolino spaventatissimo. Un’altra famiglia, invece, non è riuscita a portare fuori di casa il gatto e neppure i giochi dei bambini. "Stavo mangiando il risotto - ha detto Giuseppina Molinari che abita al terzo piano della palazzina C in cui si è verificato il cedimento - quando ho sentito delle sassate. Incuriosita, sono uscita sul balcone per capire che cosa stesse accadendo e ho visto tutti per strada. Io però non potevo uscire, la porta non mi si apriva. Ho dovuto buttare le chiavi a un vigile del fuoco, è stato lui a farmi uscire". È rientrata in casa dalla spesa e ha trovato la brutta sorpresa, invece, Maria Lo Muzio che abita nella palazzina accanto, la B, pure evacuata per precauzione. In un attimo la donna ha messo nelle borse quanto sarebbe servito a lei e al marito per trascorrere la notte fuori ed è scesa in cortile. "La maggior parte di noi - ha raccontato - ha acquistato la casa, quando Aler l’ha messa in vendita e l’ha ristrutturata. Spero di poter tornare presto. Nel mio appartamento ho la mia vita".

Nel pomeriggio in via De Motis è arrivata anche l’assessore all’edilizia Anna Zucconi che ha organizzato insieme alla Croce rossa e alla protezione civile il trasferimento di 44 sfollati in parte da parenti o amici e in parte all’hotel Riz di San Genesio. Nel frattempo, i tecnici si sono concentrati sulla palazzina Aler che sta di fronte dove hanno transennato il cortile ed effettuato delle verifiche. "Siamo senza luce, senza acqua, senza gas e senza casa" hanno detto degli anziani seduti in cortile perché non potevano rientrare a casa. Alla fine sono stati 70 gli sfollati. La polizia locale piantona 24 ore su 24. Nel frattempo quasi in concomitanza con il cedimento di via De Motis, alcuni calcinacci si sono staccati dal ponte di via Riviera e sono caduti. In questo caso a causare il problema potrebbe essere stato un camion, ma il traffico è andato in tilt per l’intera giornata. Solo alle 19 la via è stata riaperta.