Pavia, orfano portato via con la forza: "E adesso devono dirci dov’è"

A luglio i carabinieri prelevarono il piccolo di 6 anni da casa dello zio. Scatta l’istanza per la revoca della decisione e la querela per violenza e lesioni

Carabinieri

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Pavia, 17 ottobre 2020 - Ha fatto il giro del web il video che mostrava un bambino di 6 anni prelevato a forza il 29 luglio scorso dalla casa dello zio, dove viveva dopo la morte della madre, da una “task force” composta da otto carabinieri armati, un’assistente sociale, mentre all’esterno c’erano ad attendere un mezzo dei vigili del fuoco e un’ambulanza. Contro quel provvedimento ieri l’avvocato Francesco Miraglia di Modena, al quale lo zio si è rivolto, ha depositato un’istanza urgente di revoca al Tribunale per i minorenni di Milano. «Uno dei giudici onorari del tribunale che si occupano della vicenda - ha dichiarato l’avvocato che ha seguito anche le note vicende di Bibbiano - pare faccia parte di un’associazione che forma i genitori; un altro lavorerebbe, invece, in alcune cooperative che si occupano di bambini. Non è , per caso, che siamo in presenza di un conflitto d’interessi?".

Insieme all’istanza , il legale ha pure presentato una querela per violenza privata e lesioni personali. "Quello che si vede nel video ormai noto –ha aggiunto Francesco Miraglia – e in un altro che abbiamo allegato, personalmente non l’ho mai visto in 25 anni che mi occupo di questi problemi. Hanno strappato con la forza un bambino dalle braccia dello zio, che non sa nemmeno che fine abbia fatto, dove lo abbiano portato, come stia. Quanto dovrà essere spaventato questo piccino? Era davvero necessario tutto questo? Speriamo che la Procura di Pavia ne prenda atto".

Il piccolo, che è rimasto orfano della mamma, è cresciuto con la madre e i suoi fratelli. "Non è mai stato maltrattato, aveva una vita normale – ha sottolineato ancora l’avvocato, che si sta battendo per restituire il nipotino allo zio - in una famiglia composta da persone semplici, che lavorano. Proprio a causa degli impegni di lavoro dello zio, che è in dialisi, il bambino non riusciva a vedere la prozia ed è stata lei a rivolgersi ai servizi sociali che poi si sono presentati a casa del bambino mentre stava guardando la televisione e lo hanno portato via tra urla disperate e strazianti. Da quel momento – ha concliuso il legale – , ed era la fine di luglio, non ha più potuto avere contatti con la sua famiglia d’origine. Una situazione assurda, ma purtroppo in questo Paese nulla fa più scandalo".