Giallo Gigi Bici, un’altra telefonata incastra Barbara Pasetti

L’8 novembre alle 18.46 chiamò un amico del commerciante: "Criscuolo sta male, dovete aiutarlo". La prova che lo conosceva

Luigi Criscuolo, soprannominato Gigi Bici

Luigi Criscuolo, soprannominato Gigi Bici

Cura Carpignano, 26 gennaio 2022 - Barbara Pasetti non ha saputo dell’esistenza di Luigi Criscuolo soltanto il 20 dicembre, quando il cadavere dell’uomo è stato trovato davanti al cancello della sua villa della frazione Calignano. Fin dal giorno della scomparsa del 60enne la fisioterapista aveva chiamato un amico del commerciante. E’ Katia Criscuolo, la figlia più legata al padre noto come Gigi Bici a rivelare il particolare che finora non era emerso perché coperto dal segreto istruttorio. "L’8 novembre una donna cercava qualcuno che aiutasse mio padre – ha rivelato Katia -. Alle 18,46 un amico ha ricevuto una telefonata nella quale una voce di donna diceva che Gigi era in difficoltà e aveva bisogno di aiuto. Sosteneva che mio padre avesse la mandibola rotta e che si nutrisse con l’ausilio di una cannuccia".

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La chiamata era arrivata con il numero visibile e l’utenza dalla quale era partita era quella di Barbara Pasetti. "Successivamente – ha aggiunto la figlia del 60enne – questa donna ha contattato altri amici anche tramite whatsapp e in tutte le conversazioni ripeteva che mio padre era in difficoltà e non poteva parlare. Io ho saputo di tutto questo soltanto tre giorni dopo e l’ho subito raccontato alla polizia che stava indagando". L’auto di Gigi Bici, una Volkswagen Polo bianca è stata trovata dopo le 19 dell’8 novembre nel bosco nei pressi del fiume Olona, ma qualcuno sostiene d’averla vista fin dal mezzogiorno mentre l’ultimo passaggio dell’utilitaria sotto le telecamere risale alle 10,44 di quel lunedì mattina. Tornando alla telefonata fatta da una donna, il numero dell’amico da contattare molto probabilmente era memorizzato nel cellulare del 60enne, non è stato comunicato verbalmente dall’uomo.

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«Mio padre non teneva bigliettini nella sua auto – ha proseguito nel suo racconto Katia Criscuolo -, potrebbe averlo trovato in rubrica e mostrato alla donna perché chiamasse. Personalmente non sapevo che papà conoscesse Barbara Pasetti e che frequentasse Calignano". Katia ha una sua famiglia, pur essendo legatissima al padre che sentiva sistematicamente al telefono, non sapeva come trascorresse le sue giornate e l’uomo non le aveva mai raccontato d’essere in difficoltà a causa di una donna. "Soltanto tre giorni dopo la scomparsa di mio padre – ha ricordato la donna – ho saputo da un ragazzo che stava proteggendo una donna di Calignano, non prima". Quando però Barbara Pasetti ha chiesto d’incontrare Katia, la figlia di Criscuolo era già al corrente della conoscenza. "Allora ha continuato a sostenere di non conoscere mio padre, ora vorrei che raccontasse la verità, il motivo per il quale è stato ucciso e chi l’ha aiutata a mettere in atto il piano. Non può aver fatto tutto da sola, mio padre pesava 100 chili, neppure io sarei riuscita a spostarlo da sola".

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