Una lite al bar, poi la sparatoria: muore un albanese di trent’anni / VIDEO

Un colpo al petto fatale. L’assassino fermato ad Abbiategrasso

Le forze del’ordine a presidio della zona e, dietro, i soccorritori (Sacchiero)

Le forze del’ordine a presidio della zona e, dietro, i soccorritori (Sacchiero)

Garlasco (Pavia), 11 luglio 2017 - Un colpo di pistola di piccolo calibro esploso da pochi centimetri di distanza. Si è consumato così, ieri pomeriggio alle 18.15, al termine di una accesa discussione che si era scatenata una ventina di minuti prima, l’omicidio di Jader Sgherbini, 30 anni, di Ottobiano. A sparargli è stato Massimo Piazza, 43 anni, che da poco tempo si era trasferito da Garlasco ad Abbiategrasso. E proprio verso il centro del Milanese era diretto quando è stato bloccato dai carabinieri. Ora è in stato di fermo e per tutta la notte è stato ascoltato dagli investigatori che lavorano per fare luce su quello che è accaduto.

L’omicidio è avvenuto in piazza Unità d’Italia, un angolo di città rimesso a nuovo da poco, su cui si affaccia un complesso residenziale di pregio. Sotto il portico negozi e bar, uno di essi, il “Ciccio’s”, sarebbe quello nel quale è iniziata la discussione tra i due. Da quello che si dice non sarebbe stata la prima volta che Piazza (che ha precedenti per droga) e Sgherbini (nella cui abitazione lo scorso marzo, nell’ambito dell’operazione “Cave Canem”, i carabinieri avevano trovato una quindicina di grammi di cocaina) avevano avuto a che discutere. Questa volta però dev’essere accaduto qualcosa di molto più grave se a un certo punto Piazza si è allontanato per una ventina di minuti, forse per andare a prendere l’arma. Quando è tornato - i passaggi della sua Alfa 159 nera sono stati ripresi dalle telecamere della videosorveglianza comunale - ha chiamato Sgherbini all’esterno del locale e gli ha sparato un colpo di pistola praticamente a bruciapelo. Poi è risalito sulla sua auto e si è diretto verso Abbiategrasso dove forse poteva contare su qualche appoggio. Ma non ci è arrivato perché è stato bloccato prima. Intanto i soccorritori stavano facendo tutto quanto nelle loro possibilità per strappare il trentenne di Ottobiano alla morte. Ma dopo oltre un’ora di vani tentativi di rianimarlo hanno dovuto arrendersi e dichiararne il decesso sotto gli occhi atterriti della compagna, giunta quasi al termine della gravidanza. Gli investigatori dovranno fare luce anche su quello che è accaduto in precedenza nei pressi del bar dove almeno un’altra persona sembra sia rimasta coinvolta nelle discussioni che avevano animato il pomeriggio.