Il Consorzio tutela vini: "L’Oltrepò non si tocca"

C'è chi mira ad acquistare qui le uve

Vendemmia (foto di repertorio)

Vendemmia (foto di repertorio)

Torrazza Coste (Pavia), 3 luglio 2017 - «Se non facciamo noi il nostro mercato, subiremo sempre le speculazioni degli altri». Emanuele Bottiroli, direttore del Consorzio tutela vini Oltrepò pavese, ha convocato per il pomeriggio di questo giovedì, nella sede di Riccagioia a Torrazza Coste, un tavolo di lavoro interprofessionale contro il “mercato pazzo” delle uve.

Le gelate d’inizio stagione che hanno provocato gravi danni alle vigne soprattutto in altre zone, hanno infatti messo in moto “interessamenti” ben remunerati per i viticoltori oltrepadani, ma che rischiano di provocare emorragie di uva verso altre zone vinicole. E le cantine sociali e le aziende private oltrepadane temono ripercussioni negative sulla performance delle nuove strategie di mercato programmate. In questo quadro ancora confuso, cerca di mettere un po’ di ordine il Consorzio. «Se da un alto, come abbiamo richiesto anche noi – spiega il presidente del Consorzio, Michele Rossetti – servono maggiori controlli durante il periodo pre vendemmiale e nel corso della vendemmia, risulta altrettanto importante creare e rafforzare un ponte tra i vinificatori e il mondo agricolo che porti a un patto forte e strategico per la valorizzazione dell’uva sul territorio, attraverso politiche di posizionamento del vino che siano condivise dai grandi player in campo». Da qui l’idea del tavolo di lavoro che coinvolga agricoltori e vinificatori in un confronto aperto e concreto sulle prospettive della prossima vendemmia, ma non solo. «Dobbiamo fissare obiettivi pluriennali – aggiunge ancora Bottiroli – difendendo l’Oltrepò da corse speculative ‘una tantum’. La dirigenza rinnovata delle nostre cantine sociali, la ripartenza di La Versa e il buon lavoro delle nostre aziende di marca, che acquistano sul territorio parte del loro fabbisogno per portare qualità in Italia e nel mondo, necessitano di fiducia da parte del mondo agricolo. Non possiamo, però, fermarci alle parole. Dobbiamo mettere nero su bianco degli impegni con i produttori di uva, che in vigna fanno qualità ma faticano a fare reddito, per crescere di anno in anno. L’Oltrepò necessita di un piano di sviluppo, perché tutta l’uva non finisca solo in prodotti ‘commodities’ a basso prezzo. Dobbiamo segmentare in modo chiaro il nostro mercato, perché da noi più che un problema di qualità esiste un problema di metodo».