"Ogni giorno oltre 200 i pazienti"

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Mario è arrivato con una distorsione alla caviglia che si è procurato giocando a pallone. Andrea, 21 anni, con una sospetta appendicite acuta, Maria, 67enne, col timore che potesse avere un ictus mentre Giovanna, che ha 75 anni, da tre mesi accusa un dolore lombare. In un giorno come tanti, venerdì, tra le 14 e le 18 le porte del Pronto soccorso del San Matteo non si sono mai chiuse. Da chi sta assumendo anticoagulanti e ha notato un sanguinamento delle gengive a chi è caduto da un ponteggio o ha avuto un incidente automobilistico oppure chi ha accusato un rialzo pressoreo è stato un continuo via vai. Sono 80mila gli accessi che si registrano ogni anno, 220 al giorno, 9 ogni ora. "Al Pronto soccorso - ha detto Stefano Perlini (nella foto), responsabile del servizio del policlinico San Matteo - arrivano pazienti che non sanno a chi rivolgersi come accaduto a Giovanna, 42 anni che da 2 ore accusava un dolore addominale. Ma ci sono anche persone che presentano valori e problemi gestibili in qualunque ambulatorio o che sanno d’avere dei problemi e vengono indirizzati ai servizi d’emergenza per essere sottoposti ad accertamenti. Poi ci sono coloro che hanno la necessità di un controllo per una pregressa infezione o una patologia che stanno curando. Pazienti che arrivano e di cui un normale Pronto soccorso che può essere anche uno degli ospedali gestiti da Asst, si deve prendere cura. Alcuni non avevano un altro posto al quale rivolgersi. Altri, invece, presentandosi hanno rallentato la prestazione di cure a chi ne aveva bisogno. Si fa in fretta a sostenere che ci sono ritardi e che il Pronto soccorso non funziona, basta presentarsi in un giorno normale per vedere che cosa accade". M.M.