Cervesina, cadavere spunta dal Po: è mistero

Avvistato da un passante a Cervesina, sulla riva destra. Difficile recuperarlo in mezzo al fiume in secca

I carabinieri sul luogo del ritrovamento del corpo

I carabinieri sul luogo del ritrovamento del corpo

Cervesina (Pavia) - Il corpo di un uomo, rimasto incagliato nelle acque del Po per parecchi mesi. Fino a ieri mattina, quando è stato avvistato e sono iniziate le complesse operazioni di recupero. La richiesta di intervento è partita da un residente di Cervesina che, come quasi ogni mattina, stava percorrendo con il suo cane la zona sulla sponda destra del Po, alla confluenza dello Staffora. Come ha poi riferito ai carabinieri, aveva già visto in precedenza quello che gli era sembrato un cumulo di stracci, incagliati in mezzo al fiume in secca. 

«Era lì già da gennaio», ha confermato il testimone, che ieri mattina ha però visto meglio e capito che sotto quei vestiti logorati dalla lunga permanenza in acqua c’era anche un corpo. Forse le piogge dei giorni scorsi, innalzando un poco il livello del fiume (comunque ancora in secca) e aumentando a tratti la corrente, ha un po’ spostato il cadavere rimasto incagliato a lungo, mostrandolo in modo più chiaro anche dalla riva. Oltre ai carabinieri, sono stati allertati i vigili del fuoco per il recupero del corpo. Un’operazione che si è rivelata parecchio complessa: i mezzi inizialmente arrivati a Cervesina si sono poi dovuti spostare sull’opposta sponda del fiume, nel territorio di Mezzana Rabattone. In quel punto del Po, infatti, le molte ramificazioni della confluenza del torrente Staffora rendevano più difficile raggiungere la zona dove si trovava il corpo e la barca dei vigili del fuoco è stata calata in acqua sulla sponda sinistra del fiume.

Una volta appurato che si trattava effettivamente dei resti di un corpo umano, i vigili del fuoco hanno dovuto usare tutte le cautele necessarie per preservare il più possibile quel che già la lunga permanenza in acqua rischiava di aver compromesso. La delicata operazione di recupero si è conclusa solo nel pomeriggio, quando il corpo è finalmente stato trasportato all’Istituto di medicina legale di Pavia.​ Al momento del recupero l’unico dato evidente è stato il sesso del corpo, appartenuto a un uomo, mentre l’avanzato stato di decomposizione ha reso impossibile ogni altra ipotesi sia sulle cause del decesso sia sull’identificazione.

Con la superficie esterna del corpo così saponificata dalla lunga permanenza in acqua, non sono infatti visibili eventuali segni che possano dare risposte sulla causa della morte. Per l’identificazione potranno essere utili i vestiti, ridotti a brandelli ma comunque riconoscibili; non certo impronte digitali o altri elementi danneggiati dall’acqua. E la certezza potrà arrivare solo dalla comparazione del Dna, con i tempi necessariamente lunghi. Le indagini dovranno innanzitutto cercare riscontri con le denunce di persone scomparse, estese per un largo raggio a monte del Po, a partire dal Piemonte, in un arco di tempo diversi mesi.