MANUELA MARZIANI
Cronaca

Monumenti da salvare. Verrà restaurata l’arca del filosofo Boezio

Pavia, la Società per la conservazione delle testimonianze cristiane celebra i 150 anni di fondazione e i 1500 della morte del magister officiorum di Teodorico.

Giustiziato intorno al 525 dC, il filosofo venne sepolto di nascosto poi alla morte di Teodorico le sue spoglie furono portate in San Pietro in Ciel d’Oro dove tuttora riposano

Giustiziato intorno al 525 dC, il filosofo venne sepolto di nascosto poi alla morte di Teodorico le sue spoglie furono portate in San Pietro in Ciel d’Oro dove tuttora riposano

Due ricorrenze da celebrare, i 150 anni della Società per la conservazione dei monumenti cristiani in Pavia e il millecinquecentesimo anniversario della morte di Severino Boezio, imprigionato a Pavia e condannato a morte. Per l’occasione la Società ha deciso di impegnarsi per il restauro e la pulitura dell’arca di Boezio collocata nella chiesa di San Pietro in Ciel d’Oro che contiene le spoglie del filosofo e senatore romano. E ieri lo ha ricordato. "La scelta della data non è casuale – ha ricordato Luisa Erba, presidente della Società –. Proprio l’11 aprile 1875 un gruppo di persone che volevano salvaguardare un grande patrimonio di arte sacra che rischiava di andare disperso ha deciso di costituire la Società. È stato questo gruppo l’artefice del salvataggio e del restauro della chiesa inoltre, nell’anno 1900, ha voluto che la cripta venisse dedicata proprio a Boezio".

Anicio Manlio Severino Boezio, nato a Roma intorno al 480, è stato un uomo molto colto e di grande integrità; nel 510 è stato nominato console unico ed è entrato a far parte del Senato. Inizialmente il re ostrogoto Teodorico lo teneva in grande considerazione, nonostante fosse cristiano in una corte legata all’arianesimo, tanto da nominarlo nel 522 magister officiorum, attirandosi però invidie e inimicizie da parte di funzionari più disinvolti. I problemi per Severino Boezio sono arrivati quando ha provato a difendere il senatore Albino ingiustamente accusato di tenere segreti contatti con la corte di Bisanzio. Teodorico, che nei suoi ultimi anni, era diventato sospettoso di tradimenti e congiure, ordinò di imprigionare Severino a Pavia, una delle capitali ostrogote, e di condannarlo a morte. Giustiziato intorno al 525, il filosofo è stato sepolto clandestinamente e dopo la morte di Teodorico le sue spoglie sono state portate in San Pietro in Ciel d’Oro dove è stato venerato come santo e dove viene ricordato da Dante (Paradiso, canto X) e da Petrarca (lettera a Boccaccio, 1365).

"La sua urna è piuttosto recente – ha aggiunto Erba –, disegnata dell’architetto Augusto Brusconi che si ispira a modelli ravennati, è stata realizzata in occasione del ritorno delle reliquie in San Pietro in Ciel d’Oro nel 1923. C’è dunque un solido legame tra la nostra città e il filosofo romano che ha trascorso a Pavia il periodo della prigionia e i momenti dolorosi e drammatici della morte".

Manuela Marziani