Montù Beccaria, il prete in odore di pedofilia usava un nome falso

Don Silverio Mura era diventato Saverio Aversano. Sdegno sui social

In un'immagine di repertorio, una protesta delle mamme

In un'immagine di repertorio, una protesta delle mamme

Montù Beccaria (Pavia), 21 marzo 2018 - Un piccolo accorgimento e don Silverio era diventato don Saverio. Il cognome, invece, totalmente cambiato: da Mura (quello vero) ad Aversano. A Montù Beccaria, il prete al centro di un presunto caso di pedofilia avvenuto nel Napoletano 27 anni fa (ma altri potrebbero essercene stati) e giunto in paese nell’ottobre 2016, lo conoscevano come don Saverio Aversano.

Il sacerdote, come già pubblicato, fra i vigneti dell’Oltrepo era arrivato dopo una richiesta di supporto al Vescovo di Nola fatta dalla sede centrale della Congregazione della Divina Provvidenza che, da una decina di anni, gestisce anche la comunità parrocchiale di Montù Beccaria a cui fanno capo altre chiese della Valle Versa. Durissimo il contenuto di un post apparso sui social e scritto da una mamma di un alunno della terza elementare di Montù dove il prete insegnava catechismo. Le mamme, come altri residenti, hanno scoperto la storiaccia dopo il servizio mandato in onda nella trasmissione televisiva delle Iene, ma altri - secondo loro - dovevano, per forza, sapere. Almeno, dicono, c’è chi avrebbe dovuto sapere che si trattava, invece, di un’identità falsa e usata per non spaventare la gente. In paese si dice che Don Silverio/Saverio se ne è andato da Montù esattamente il giorno dopo la trasmissione delle Iene, a bordo della sua Punto nera. Durante la sua permanenza in Oltrepo durata meno di un anno e mezzo non ci sarebbero mai state lamentele, ma, ora, la vicenda anziché chiudersi in un silenzio più o meno convinto, continua a far discutere chiamando in causa non solo il parroco, padre Simone Baggio bensì il Vescovo della Diocesi di Tortona (da cui dipende l’Oltrepo Pavese) e il sindaco del paese.