Cilavegna, il mistero dell’eredità dai due testamenti

L’eredità milionaria di Franca Rosa Lino è andata prima a una serie di associazioni caritative. Poi è spuntato un secondo testamento olografo di poche righe

Il sindaco di Cilavegna Giuseppe Colli non vuol dare battaglia

Il sindaco di Cilavegna Giuseppe Colli non vuol dare battaglia

Cilavegna (Pavia), 8 dicembre 2018 - Una vera e propria doccia fredda. E l’estrema difficoltà a trovare una spiegazione plausibile per l’accaduto. L’eredità milionaria di Franca Rosa Lino, morta inestate a 95 anni, fa discutere. Perché pochi giorni fa tutti i soggetti, tra cui molte associazioni di volontariato, citate in quello che si credeva essere l’unico testamento della donna, si sono visti recapitare una comunicazione con la quale li si informa dell’esistenza di un secondo testamento, successivo al primo di nemmeno un mese che dispone il lascito della fortuna milionaria della donna, alla parrocchia di Cilavegna. Così a restare a bocca aperta sono stati in molti: la Caritas, ad esempio, cui sarebbero stati destinati 200 mila euro; la Croce Rossa e la Croce Azzurra di Vigevano, cui il primo testamento assegnava 100 mila euro ciascuna; i frati Cappuccini e molte altre associazioni.

Tutto bloccato e da capire. Intanto sorprende che la donna, che pare non frequentasse la chiesa di Cilavegna, abbia cambiato così repentinamente idea lasciando ai suoi averi alla parrocchia del paese d’origine che non era stata citata nel primo documento. Poi c’è l’effettiva consistenza del testamento: il primo documento è particolareggiato, forse frutto della consulenza di esperti: in tal modo l’anziana aveva inteso stabilire con precisione non solo i fondi destinati a ciascuna associazione ma anche l’utilizzo che essa avrebbe dovuto farne. Grande rilievo era stato dato alle iniziative per ricordare il figlio Giancarlo Omodeo Zorini, scomparso prematuramente.

Il secondo testamento è invece di poche righe e dell’amatissimo figlio non c’è alcun riferimento. Ma di certo è stato vergato dalla mano di Franca Rosa Lino, come ha confermato la perizia calligrafica fatta eseguire dall’attuale parroco, don Giampaolo Villaraggia, prima di far pubblicare il secondo testamento. Non è chiaro ora cosa accadrà, se cioè i beneficiari del primo documento decidano di impugnare il secondo per vedersi riconoscere le donazioni.

Si tratta di un passo molto delicato perché potrebbe portare all’apertura di un contenzioso legale. Una via che, almeno al momento, sembra escludere il sindaco di Cilavegna, Giuseppe Colli: l’ente pubblico avrebbe dovuto ricevere un terreno in cambio dell’onere di occuparsi della manutenzione della tomba della donatrice. Il sindaco, da quello che si dice, sarebbe orientato ad una soluzione bonaria. Occorre vedere che faranno le altre realtà che rischiano di restare a mani vuote.