"Mio nipote insieme a me era felice Ho subito informato zia e autorità"

"Credevo d’aver diritto di stare con mio nipote - ha detto al gip Shmuel Peleg -. Eitan era felice quando siamo arrivati in aeroporto e ha visto gli aerei. E appena atterrati a Tel Aviv, dove il bambino era già stato, ho informato subito la zia Aya e le autorità locali". Il 7 settembre, al momento del suo arresto, davanti ai magistrati di Pavia il nonno del piccolo, assistito dagli avvocati Paolo Sevesi, Sara Carsaniga e Paolo Polizzi ha ricostruito nei dettagli quella mattina di quasi un anno prima quando ha prelevato il nipotino e lo ha portato a Tel Aviv. Con diversi momenti di commozione l’uomo, un ex militare, ha parlato della tragedia che ha vissuto quando la cabina della funivia del Mottarone è precipitata.

Nell’occasione il nonno, ha pure chiarito che sull’auto con la quale da Travacò hanno raggiunto Lugano dove li attendeva un volo privato c’era soltanto Abutbul Gabriel Alon, non anche la nonna Esther Cohen, che era stata indagata, la cui posizione è stata stralciata in vista della richiesta di archiviazione. "In aeroporto c’è stato un controllo ordinario - ha spiegato l’avvocato Sevesi dopo l’interrogatorio di garanzia - in cui Shmuel Peleg ha presentato il passaporto, il poliziotto svizzero ha riconosciuto il bambino come il superstite della tragedia della funivia, questo ha generato un’attenzione, ma hanno passato il controllo". M.M.