Maxi-sequestro per frode fiscale al “re delle coop“

A Giancarlo Bolondi sono stati bloccati beni per 16 milioni

Migration

di Stefano Zanette

Confiscato l’impero, già sotto sequestro dal 2019, del “re delle cooperative“. La confisca di beni per circa 16 milioni, resa nota ieri dalla Gdf di Pavia, riguarda l’imprenditore della logistica Giancarlo Bolondi, 66enne, nativo di Reggio Emilia e residente in Svizzera, arrestato nel luglio 2018 con altre 11 persone nell’operazione “Negotium“ delle Fiamme gialle pavesi, che gli avevano contestato sia l’accusa di caporalato (dalla quale poi è stato assolto in primo grado, con ancora la possibilità di ricorrere in Appello da parte della Procura) sia di frode fiscale (per 15 milioni: 5,8 di Iva evasa e 9,8 di contributi non versati), accusa per cui è invece stato condannato in primo grado nel giugno 2020 a un anno e 6 mesi di reclusione, che sono però diventati 4 e mezzo per una precedente pena nel frattempo diventata definitiva. Ritenuto il “dominus“ di un’articolata organizzazione che ruotava su un sistema di reti (all’apice Rete Premium) e una quarantina di cooperative, con epicentro il deposito della Ceva Logistics (estranea ai fatti) di Stradella.

Un primo sequestro di beni, per 15 milioni, dopo i ricorsi nell’estate del 2018, era stato annullato a gennaio 2019, ma subito nel febbraio dello stesso anno era poi scattato un successivo provvedimento di sequestro preventivo, di 154 immobili e 7 società, per complessivi 9,2 milioni. E nel dicembre 2019 era poi scattata l’operazione “Labirinto“, sempre della Finanza pavese, con il sequestro preventivo degli stessi beni ora confiscati: 120 immobili di pregio sul lago di Garda, a La Thuille e al Setriere, sulla riviera di Levante. Oltre a una polizza assicurativa del valore di un milione.