Matrimoni in calo per virus e crisi: a Pavia la cerimonia civile è gratis

Il Comune offre la sala una volta alla settimana senza spese. "Una mano tesa a chi è in difficoltà"

Il Covid fra distanziamento e mascherine ha reso i matrimoni molto più complessi

Il Covid fra distanziamento e mascherine ha reso i matrimoni molto più complessi

Pavia - Limiti al numero di invitati, posti di lavoro che sono venuti a mancare facendo perdere certezze e, in alcuni casi, anche convivenze forzate che hanno fatto saltare dei rapporti d’amore che sembravano consolidati. Per tutti questi motivi sposarsi a Pavia in questo 2021 è stato quasi un atto di coraggio. Tanto più che anche presentarsi a palazzo Mezzabarba, sede del Comune, per mettersi una fede al dito costava quattro volte più di prima.

La tariffa per le nozze civili, infatti, era passata da 50 a 200 euro nei giorni feriali e a 450 nel fine settimana. Costi che non differiscono molto dal resto della Lombardia, perché anche gli sposi bresciani devono pagare 250 euro per l’affitto della sala destinata ai matrimoni e 300 i bergamaschi. Ma altrove da Milano fino a Vigevano le amministrazioni comunali hanno previsto dei giorni in cui ci si può unire gratuitamente. Una mano tesa a chi anche quei soldi fatica a spenderli, ma non vuole rinunciare al sogno di metter su famiglia. Una opportinità che dal prossimo anno sarà offerta anche a Pavia. "Ho portato avanti questa battaglia per due anni – ha sottolineato la consigliera comunale di Pavia a colori Alice Moggi –, sono contenta che nel nuovo schema delle tariffe sia stata inserita la gratuità per una giornata". A Milano sono quattro i giorni della settimana nei quali non si deve pagare per sposarsi civilmente, a Pavia soltanto il mercoledì che potranno scegliere le coppie più in difficoltà tra le circa 70 che ogni anno scelgono di unirsi con il rito civile. "Alice Moggi è stata la mia musa ispiratrice – ha commentato l’assessore ai Servizi civici Barbara Longo –, quando dai banchi dell’opposizione arrivano proposte positive che vanno a favore della città, sono sempre ben accette".

Ma c’è un problema. Al momento la chiesetta sconsacrata dedicata ai santi Quirico e Giuditta, attigua a palazzo Mezzabarba, e tradizionalmente sede delle cerimonie civili è inagibile perché oggetto di un restauro conservativo esterno. "Le nuove tariffe – ha concluso l’assessore – entreranno in vigore il 1° gennaio. Se per allora la chiesetta dovesse essere ancora inagibile perché chiusa da un’impalcatura, ci sarà una deroga. Le coppie potranno sposarsi in sala consiglio e farlo sempre gratuitamente nel giorno che abbiamo previsto, il mercoledì". Come dire: non ci sono più scuse. Così, pur decidendo di mettere mano al portafogli, ci sono coppie che hanno deciso di unirsi. Il riso rimasto davanti all’ingresso di palazzo Mezzabarba è il loro portafortuna. Che i matrimoni nell’anno nero della pandemia siano calati è in dato certificato anche dall’Istat, che calcola un calo di unioni civili e cerimonie del 20%. Calano però del 16 percento anche i divorzi registrati per via extragiudiziale nei Comuni o attraverso i legali. Diminuiscono meno, invece, i divorzi e separazioni giudiziali, pronunciate in tribunale, che segnano rispettivamente -13% e -11%.