Pavia, 31enne scartata perché ha la sclerosi. Il giudice: "Concorso vinto, va assunta"

La donna aveva conquistato un posto da Oss. Il giudice: il San Matteo la reintegri

L’ingresso del Tribunale di Pavia

L’ingresso del Tribunale di Pavia

Pavia, 25 ottobre 2020 - La fondazione policlinico San Matteo è stata condannata dal giudice del lavoro del tribunale di Pavia ad assumere una trentunenne che aveva vinto il concorso da operatrice socio sanitaria, ma era poi stata scartata perché malata di sclerosi multipla. La sentenza è arrivata venerdì, in seguito alla causa intentata da Cristina B., residente in provincia di Alessandria in Piemonte, nel febbraio 2018. Ora il San Matteo dovrà assumerla a tempo indeterminato e corrisponderle come risarcimento del danno per la mancata assunzione tutte le retribuzioni maturate a partire da aprile 2019 fino al momento in cui effettivamente la lavoratrice entrerà in servizio.

La vicenda è iniziata quando la donna, comunicando apertamente di avere la sclerosi multipla e presentando tutta la documentazione sanitaria relativa alla sua condizione, aveva partecipato a un concorso pubblico con cui si cercavano sessanta oss. Lei aveva superato tutte e tre le prove previste dal test: teorica, orale e pratica, tanto che nella graduatoria finale si era posizionata dodicesima. L’assunzione era confermata e infatti così le è stato poi comunicato dal San Matteo. La donna nel periodo successivo ha sostenuto diverse visite di lavoro, ribadendo di avere la sclerosi e venendo dichiarata in grado di lavorare.

Poco prima, però, della data prevista di inizio, con una mail il San Matteo le aveva comunicato di ritenerla non collocabile. E lei aveva fatto causa, supportata dall’avvocato Filippo Zaffarana. "La mia assistita è stata trasparente, è malata di sclerosi multipla e lo ha detto prima e dopo il concorso. Ha partecipato regolarmente al test e lo ha superato – commenta il legale -. Ora, in seguito alla sentenza, c’è grande soddisfazione per il risultato ottenuto. La mia assistita è felicissima di iniziare il lavoro al San Matteo".

Il policlinico per legge può comunque fare ricorso in Appello, ma nel mentre "essendoci l’ordine del giudice, la mia assistita dovrà essere reintegrata", precisa Zaffarana. Considerando le retribuzioni non corrisposte da aprile 2019, quando cioè la oss avrebbe dovuto iniziare a lavorare, l’ammontare dovuto dal policlinico alla donna sarebbe di circa trentamila euro. Il giudice del lavoro ha anche condannato il San Matteo a versare quattromila euro come spese di lite.