Scartata dall’ospedale per la sclerosi: "Il giudice ha capito: so impegnarmi"

Pavia, parla la Oss cacciata dal San Matteo e riassunta con sentenza. "Ora dimostrerò il mio valore"

Ospedale (foto di repertorio)

Ospedale (foto di repertorio)

Pavia, 26 ottobre 2020 - Appena ha saputo della sentenza con cui il Giudice del lavoro di Pavia ha ordinato alla Fondazione policlinico San Matteo di assumerla a tempo indeterminato e di risarcirla con le mancate retribuzioni da aprile 2019, Cristina B. è scoppiata in lacrime. Piemontese, 31 anni, la donna è malata di sclerosi multipla: senza nasconderlo aveva vinto il concorso come operatrice sociosanitaria nell’ospedale ed era stata chiamata a lavorare nella struttura pavese. Tuttavia poco prima di iniziare, il policlinico aveva cambiato idea, ritenendola non collocabile. Lei allora aveva fatto causa: "Volevo che la dignità del mio lavoro fosse riconosciuta, come quella di tutti". Come si sente dopo la sentenza? "Sono ancora frastornata. Mi aspetto di avere il mio posto, spero non ci saranno altre ripercussioni. Avevo raccontato la mia condizione e ho superato tutte le prove: loro mi hanno prima accettata e poi scartata. Devo ringraziare il mio avvocato Filippo Zaffarana che mi ha assistita e guidata in questa vicenda". Qual è stato il suo percorso? "Ho scoperto di avere la sclerosi a sedici anni: da allora sono seguita dai medici dell’Istituto Mondino di Pavia. Sono laureata all’Accademia d’arte di Sanremo e ho scelto di fare il concorso da Oss perché ho grande ammirazione per chi lavora in ambito sanitario, anche per la mia esperienza. In passato ho svolto diversi lavori, avevo sempre tenuto nascosta la malattia per paura di essere lasciata a casa, del resto la legge non prevede l’obbligo di dichiararla. L’unica volta in cui ho detto apertamente di avere la sclerosi è stata proprio con il San Matteo: mi fidavo, è una struttura importante e di grande valore". Prima la vittoria, poi la brutta sorpresa: come si è sentita? "Ho partecipato al concorso nel 2018, spiegando di avere la sclerosi. Ho passato tutte e tre le prove previste, sono arrivata dodicesima in graduatoria e sono quindi stata presa: mi sono licenziata dalla struttura in cui lavoravo, fiduciosa di iniziare al policlinico. Anche alla visita per il lavoro, ho informato della mia condizione il medico incaricato. Lei mi ha dichiarata in grado di lavorare in ambulatorio o in day hospital. Poi però, pochi giorni prima che iniziassi, con una mail l’ufficio risorse umane del San Matteo mi ha comunicato che non ero collocabile utilmente. Mi sono ritrovata in una situazione tremenda. Ho subito fatto causa". Cosa si aspetta ora? "Spero la situazione sia stabile, mi aspetto di lavorare in modo buono e voglio rendermi indipendente. Certamente mi impegnerò al massimo: per me e per chiunque abbia una diagnosi pesante di sclerosi o altre patologie".