La testimonianza dei fratelli agricoltori "Abbiamo sentito almeno 4 spari"

Paolo e Riccardo Merizzoli vivono a circa 400 metri in linea d’aria dal cascinale in cui forse è avvenuto tutto

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"Abbiamo sentito gli spari, forse quattro colpi, forse anche qualcuno di più". I fratelli Paolo e Riccardo Merizzoli, agricoltori, vivono a poco più di 400 metri in linea d’aria, anche se dall’altra parte dell’autostrada A21, dal cascinale disabitato dove con tutta probabilità è stato ferito il giovane poi scaricato a Barbianello pochi minuti dopo, nella serata di martedì. La loro cascina è nel comune di Redavalle, sulla strada per Barbianello. "I primi colpi non avevo capito subito che erano spari - dice ancora Paolo - poi sono proseguiti e ho capito, non potevano essere petardi o altro. Ho pensato magari a cacciatori di frodo, qui siamo in riserva e stiamo attenti agli spari. Non è bello se sparano proprio vicino a casa. Sono andato a vedere e sulla strada, uscita in un campo di orzo, ho visto un’automobile, una Opel Astra". Quell’auto è stata poi nella stessa serata recuperata dai carabinieri, portata via col carro attrezzi, col semiasse rotto nell’uscita di strada.

"Mi sembra di aver visto – dice ancora il testimone – del sangue sul sedile posteriore", un particolare non confermato dai carabinieri, con però gli accertamenti ancora in corso. "Quando ho visto l’auto nel campo – ricorda ancora Paolo Merizzoli – l’ho collegata agli spari, chiamando subito i carabinieri". Un allarme che è arrivato quasi in contemporanea all’altro lanciato da Barbianello per il giovane ferito scaricato da un’altra auto davanti a un’abitazione. "Noi quell’auto andata verso Barbianello non l’abbiamo vista – dicono entrambi i fratelli agricoltori – da quel cascinale disabitato non devono passare di qua per andare a Barbianello, evidentemente se ne sono andati prima che io ci arrivassi". Oltre alla Opel Astra fatta recuperare nel campo, nel cascinale disabitato è stato trovato anche altro. "C’era una chiazza di sangue – riferisce il fratello Paolo – e ho visto a terra un bossolo di fucile, che ho poi mostrato ai carabinieri. Non so cos’abbiamo poi trovato di altro. Io ho anche riferito che era già da qualche giorno, dalla scorsa settimana, che avevo notato prima una porta, poi una finestra, poi un’altra porta aperte, segni che lì qualcuno c’era andato. E un giorno ho incrociato un uomo, mi sembrava nordafricano, sulla stradina sterrata verso quella cascina disabitata da tempo. Ho pensato che la stessero usando per qualcosa di illecito, sono i rischi dei cascinali isolati se disabitati". Sospetti poi confermati dal conflitto a fuoco con un ferito grave, anche se per ora ci sono tanti tasselli di un mosaico ancora difficile da interpretare nel suo insieme.

Stefano Zanette