La denuncia di un papà: "Per i sanitari “eroi“ solo falsi privilegi"

Niente scuola in presenza. La mamma infermiera. svolge i turni di notte. per accudire il figlio in Dad

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CASTIGLIONE D’ADDA

"Eroi" a parole ma, sulla carta, "solo falsi privilegi". Col ritorno alla didattica a distanza, ai figli di medici e infermieri impegnati nella lotta al Covid, erano state concesse lezioni in presenza almeno per 2 giorni. Una facilitazione mal digerita dalle altre famiglie ma, soprattutto, immediatamente annullata dal Governo. Un papà di Castiglione, impiegato in un’attività considerata “essenziale“, racconta: "Mia moglie fa l’infermiera a Codogno (è stata anche a Lodi ndr) e ha trascorso un anno pazzesco, con turni massacranti, tamponi continui e preoccupazione per ciò che aveva davanti agli occhi – spiega –. Per una volta, sulla scia del decantato slogan “sanitari eroi“, quando per tutti è scattata la Dad, ci era stato concesso di far frequentare la scuola in presenza a nostro figlio, così come è possibile per i ragazzi “speciali“".

In un primo momento l’agevolazione doveva riguardare, appunto, i figli di sanitari e forze dell’ordine ma, poi, qualcosa è cambiato. "Mia suocera avrebbe dovuto gestire sia la piccola che frequenta la materna, sia il nostro primogenito in dad alle elementari. Dopo tanti mesi difficili, eravamo grati per l’accoglienza a scuola.

Lo stesso istituto ci ha proposto di fare richiesta". Al bambino è stato concesso di recarsi a scuola il venerdì e il lunedì. "Poi la doccia fredda, il Governo ha ritrattato tutto e ci siamo dovuti organizzare. Mia moglie lavora di notte per seguirlo di giorno. E’ un’ingiustizia, si sono subito dimenticati di quanto il personale sanitario ha fatto per noi" conclude amareggiato. Paola Arensi