Città invasa dalle mosche, analisi su un campione

L’assessore: situazione anomala Disagi per residenti ed esercenti Raccolto un campione di insett i

L'assessore  all’ambiente Isabella Panzarasa

L'assessore all’ambiente Isabella Panzarasa

GARLASCO È una estate difficile per la Lomellina, alle prese con una vera “invasione“ di insetti. Se a Vigevano e nelle immediate vicinanze il problema è la Popillia Japonica, un coleottero che distrugge ogni tipo di vegetale e per combattere il quale al momento non sono disponibili prodotti specifici ma solo “trappole“ che sfruttano i feromoni sessuali, a Garlasco la grana è causata dalle mosche che stanno creando notevoli disagi non solo ai residenti ma anche agli esercenti, in particolari quelli che hanno spazi all’aperto, tanto che della questione è stata investita l’amministrazione comunale. "La situazione è del tutto anomala – spiega l’assessore all’ambiente Isabella Panzarasa – e non riguarda soltanto noi ma una ampia porzione del territorio tanto che stiamo valutando una azione congiunta". Intanto un campione di mosche è stato consegnato all’Istituto zooprofilattico di Pavia per una analisi approfondita. L’obiettivo è quello di trovare il denominatore comune che unisce centri anche parecchi distanti però alle prese con le stesse problematiche. Una possibile spiegazione potrebbe essere legata allo spandimento dei fanghi sui campi come fertilizzanti e, se dovesse rivelarsi la pista giusta, sarà necessario rivedere le modalità di una pratica a così alto impatto. Al momento tuttavia non sono state riscontrate irregolarità e, nell’auspicata attesa di una accurata mappatura dei materiali che vengono sversati in campagna, le prime precauzioni riguardano le distanze minime dall’abitato che per Garlasco, ma anche per diversi altri centri lomellini, sono di non meno di 500 metri. Se il fenomeno dovesse perdurare non sé escluso il possibile ricorso ad ordinanze specifiche. Umberto Zanichelli