Corteolona: rifiuti bruciati, diossine in agguato. Restano paura e finestre chiuse

Sindaci e prefetto al presidio davanti al deposito distrutto

Spento l'incendio di rifiuti di gomma e plastica al magazzino abbandonato

Spento l'incendio di rifiuti di gomma e plastica al magazzino abbandonato

Corteolona (Pavia), 8 gennaio 2018 - La preoccupazione non diminuisce. Ieri sera Arpa ha comunicato i risultati delle analisi del «secondo campionamento« (dal 4 al 5 gennaio) dell’aria dopo l’incendio a Corteolona del capannone che nascondeva un deposito illegale di rifiuti: «Rientrati sotto la soglia i valori di diossine e furani: 0,25 picogrammi per metro cubo». Come previsto, i dati migliorano, però non cancellano l’allarme per il picco (di 11,9 picogrammi per metro cubo) nelle prime ore dell’incendio (0,3 è la soglia fissata dall’Oms, anche se per le diossine non è previsto un limite di legge). Il presidio spontaneo del comitato “Vivo la Bassa”, che si è svolto ieri mattina davanti al capannone dato alle fiamme, ha visto la partecipazione di tanti sindaci della zona. Presente anche il prefetto, Attilio Visconti, che ha ribadito le misure messe in atto dalla Prefettura, innanzitutto la mappatura dei capannoni e casali apparentemente inutilizzati, «per poter predisporre controlli che portino alla luce eventuali altri depositi illeciti di rifiuti». Ai tre sindaci di Corteolona e Genzone, Santa Cristina e Bissone e Inverno e Monteleone, Arpa e Ats aveva comunicato con i primi dati che «si ritiene di dover confermare le misure precauzionali contenute nelle ordinanze già emesse: riparo al chiuso, sospensione della raccolta e consumo dei prodotti ortofrutticoli coltivati».

«Le persone sono giustamente preoccupate - dice il sindaco di Corteolona e Genzone, Angelo Della Valle - e ci chiedono spesso notizie e aggiornamenti. Per il momento resta in vigore l’ordinanza, attendiamo ulteriori indicazioni sanitarie dall’Ats». Ma la preoccupazione non si limita alle dirette conseguenze dell’incendio. «Questo è solo l’ultimo, grave, episodio - dice Gabriele Grossi, del comitato “Vivo la Bassa” - che colpisce un territorio che non ne può più. Lo scorso 29 ottobre abbiamo sfilato a Pavia con la marcia “per dire basta!”, contro l’ampliamento dell’inceneritore di Corteolona ma più in generale per dire ‘no’ alla nostra terra trasformata in pattumiera. In campagna elettorale i politici di ogni schieramento concordano sul fatto che la provincia ormai è satura di impianti. Entro fine mese presenteremo un esposto alla magistratura, perché se sono state rilasciate autorizzazioni e se non sono stati fatti controlli, qualcuno ne dovrà rispondere». Anche Coldiretti Pavia ha fatto sentire ieri la sua voce, tramite il presidente Wilma Pirola: «Occorre adottare tutti gli accorgimenti a tutela della sicurezza e della salute, accertare le responsabilità e rimborsare i danni diretti e indiretti alle imprese».