Il liceo “pulito” escluso per un errore dai fondi Pnrr

Una svista procedurale della Provincia stoppa il sogno del nuovo istituto. Il sindaco Riviezzi: andremo avanti comunque

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L’ultimo emblema pubblico di un’angoscia che dura da 40 anni e ha provocato almeno 700 morti a causa dell’amianto, è l’ex liceo (ex come denominazione, ma ancora pienamente funzionante) “Golgi“ di Broni dove le pareti di alcune aule furono anche dipinte di nero per fare in modo che anche le minime crepe fossero ben evidenziate e scoperte subito. Il liceo doveva o dovrebbe (dipende dai punti di vista) essere demolito e al suo posto ricostruito un edificio “amianto free“, ma il progetto non è entrato in graduatoria regionale per i fondi europei del Pnrr pare a causa di un errore procedurale della provincia di Pavia, ente proprietario della scuola. "Ma andremo avanti comunque come comune e con piena unità di intenti dei gruppi consigliari" avverte il sindaco di Broni, Antonio Riviezzi (nella foto). A Broni, grazie ad un piano straordinario e con una spesa di oltre 20 milioni di euro è stato, finalmente “cancellato“ l’ex stabilimento Fibronit dove si fabbricavano manufatti in amianto. Una bonifica totale che ha reso inoffensivo questo sito, ma le cui conseguenze, secondo i tecnici, si vedranno (e si subiranno) almeno fino al 2035. Ora si dovrebbe seguire il quarto ed ultimo lotto grazie al quale trasformare e recuperare, per altri scopi, l’intera area mentre altri fondi potrebbero arrivare grazie al fatto che Broni rientra nel Sin (sito di interesse nazionale).

Un iter già complesso per sua natura e che si era complicato dopo la decisione di Stradella, comune confinante, di rinunciare a farne parte. La paura per l’amianto, però, continua. E non potrebbe essere diversamente anche se un recentissimo studio della Fondazione Veronesi ha rivelato che, a livello nazionale, l’incubo amianto che provoca diverse malattie letali di cui l’asbestosi è quella principale, potrebbe aver raggiunto il “picco“. Ma di amianto si muore ancora in Oltrepo e non solo a Broni. "L’amianto non segue i confini comunali" ha più volte sottolineato Silvio Mingrino, presidente dell’Avani (associazione vittime dell’amianto). E non colpisce solo chi ha lavorato a contatto con questo materiale, spesso anche a distanza di 40-50 anni, perché nell’ultimo elenco conosciuto dei deceduti ci sono casi oltre che a Broni, anche a Stradella e in alcuni comuni collinari. Due erano impiegati di banca in pensione, uno faceva il vivaista ed uno aveva sempre lavorato come agricoltore.

Pierangela Ravizza