I Peleg: non rinunceremo mai a Eitan

Primo anniversario della strage del Mottarone. Il legale dei Biran: le indagini faranno emergere la verità

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TRAVACO’ SICCOMARIO

di Manuela Marziani

"La famiglia Biran è sicura che le indagini penali in corso raggiungeranno le conclusioni nel miglior modo possibile ed emergerà finalmente la verità". Nel giorno del primo anniversario della strage della funivia del Mottarone - l’incidente all’impianto di risalita sul lago Maggiore avvenuto il 23 maggio di un anno fa che provocò la morte di 14 persone - il loro legale, Emanuele Zanalda, ha chiesto ancora una volta di rispettare la privacy dei suoi assistiti e di Eitan (unico soppravissuto) che, dopo la tragedia nella quale ha perso i genitori, il fratellino e i bisnonni, è stato protagonista di una contesa giudiziaria per il suo affidamento nella quale sono stati coinvolti gli zii paterni, che vivono in provincia di Pavia, e la famiglia materna, con il nonno Shmuel Peleg accusato del rapimento del piccolo per averlo portato in Israele violando la Convenzione dell’Aja.

"Anche se siamo stati condannati ad essere distanti da Eitan e a limiti di tempo per parlargli – hanno fatto sapere i Peleg attraverso il loro portavoce Gadi Solomon – non abbiamo mai rinunciato e non rinunceremo mai al diritto di far parte della sua vita e alla possibilità che lui torni in Israele. Le discussioni legali in Italia sono ancora in corso e speriamo che la corte di Milano e le persone che si occupano degli affari di Eitan abbiano a cuore il suo bene e correggano la terribile ingiustizia causata a lui e a noi".

A metà dicembre, dopo diverse udienze che si sono tenute in Israele dove il nonno materno aveva portato il piccolo Eitan, il bambino ha potuto tornare in Italia dove è cresciuto per ricominciare a vivere a casa degli zii paterni, circondato dall’amore di tutti. A causa dell’eccessiva conflittualità, però, la tutela legale del piccolo di 7 anni è stata affidata a un avvocato del foro di Monza.

"La famiglia Peleg continuerà a lottare e a lavorare affinché possa crescere in Israele, la sua casa naturale – ha aggiunto il portavoce –. Da un anno a questa parte nella terribile oscurità che ha avvolto le loro vite, una luce di speranza ha continuato a brillare: l’amato Eitan, un bambino che si è rivelato essere un enorme guerriero". Ieri intanto, con gli occhi pieni di lacrime anche Aya Biran, la zia di Eitan ha partecipato all’inaugurazione del cippo dedicato alle 14 vittime della tragedia del Mottarone nel suo primo anniversario. Al termine della breve cerimonia la donna e gli altri congiunti si sono raccolti in silenzio davanti al cippo mentre il corteo si dirigeva verso la chiesa della Madonna della neve.