Gigi Bici ucciso da un colpo al volto. L’unica certezza del giallo di Natale

A due mesi dalla scomparsa e 15 giorni dopo il ritrovamento del cadavere, il mistero è ancora fitto. La Procura indaga contro ignoti

Il ritrovamento del cadavere di Gigi Bici

Il ritrovamento del cadavere di Gigi Bici

Cura Carpignano (Pavia) - A quasi due mesi dalla scomparsa di Luigi Criscuolo è ancora fitto il mistero sugli ultimi momenti della sua vita. L’unica certezza è che Gigi Bici, com’era conosciuto a Pavia per aver gestito per anni un negozio di rivendita e manutenzione di biciclette, è stato ucciso. 

Sembra che a provocare la morte del 60enne sia stato un colpo di pistola al volto, ma sono ancora molti i nodi da sciogliere. A cominciare dal giorno del delitto. Gigi Bici, infatti, è scomparso da Calignano, una frazione di Cura Carpignano, l’8 novembre. Quel lunedì l’uomo era uscito dalla sua casa di viale Canton Ticino, a Pavia, prima delle 9 senza dire dove sarebbe andato. Un amico l’ha visto effettuare un’inversione di marcia in viale Lodi, in un punto pericoloso, forse dopo aver ricevuto un messaggio o una telefonata. Le telecamere poi hanno registrato il passaggio della sua auto all’ingresso nel paese alle 09:39 e all’uscita dopo oltre un’ora, ma non si sa se con lui alla guida.Per tutta la giornata il telefono dell’ex commerciante è rimasto spento e soltanto la sera l’utilitaria di Gigi è stata trovata abbandonata nelle campagne. Nell’abitacolo c’era una delle due stampelle che l’uomo usava per spostarsi dopo un delicato intervento chirurgico, mentrte l’altra era nel bagagliaio.

Per i successivi 43 giorni di lui non si è saputo più nulla. Le ricerche compiute non hanno dato alcun esisto fino al 20 dicembre, quando il cadavere del 60enne è stato ritrovato davanti al cancello di un’abitazione privata. Nella buca delle lettere della famiglia qualcuno ha messo una fotografia dell’uomo e successivamente anche una lettera anonima nella quale spiega con dovizia di particolari come sarebbe avvenuto il sequestro e l’omicidio. Gli estensori della missiva, che si definiscono russi e quindi con una scarsa conoscenza della nostra lingua, sostengono d’aver sequestrato il 60enne perché non si sarebbe presentato all’appuntamento con il bottino di una rapina avvenuta a Voghera che gli avrebbero affidato. Rivolgendosi alla famiglia, i presunti sequestratori affermano che Gigi avrebbe opposto resistenza prima di salire su un camion con il quale sarebbe stato prelevato.

Resta da capire perché i malviventi abbiano scelto di non far arrivare la lettera ai familiari, ma di farla trovare nella via in cui è stato lasciato il cadavere, l’unica di Calignano in cui i manifesti affissi dai figli sono stati strappati. La Procura ha aperto un fascicolo per omicidio, sequestro di persona e occultamento di cadavere.