Avvocato gay si dichiara padre di un bimbo non suo "per il bene del piccolo"

Pavia, la procura ha chiesto il rinvio a giudizio per tre persone per alterazione di stato: si attende la fissazione dell'udienza preliminare

Toga d'avvocato

Toga d'avvocato

Pavia, 31 gennaio 2017 - Un legale pavese gay, il suo compagno e una donna albanese sono indagati dalla procura di Pavia per alterazione di stato, secondo l'articolo 567 del codice penale. La procura ha chiesto il rinvio a giudizio per tutti e tre, si attende la fissazione dell'udienza preliminare. Secondo le accuse, il legale pavese avrebbe sposato la donna albanese già incinta, per poi dichiarare di essere il padre biologico del bambino. Tuttavia nel paese di residenza dell'avvocato sono sorti sospetti, perché l'uomo ha da anni una stabile relazione omosessuale. E così, sono scattate le indagini, svolte dalla Digos della Questura di Pavia

Gli inquirenti hanno accertato transazioni di denaro per cinquemila euro dall'avvocato alla donna, la quale in un primo momento ha smentito le accuse, per poi ritrattare e spiegare che la coppia gay le avrebbe promesso 70mila euro in tutto. E' stato svolto il test del Dna che ha confermato come il piccolo non sia figlio del legale, ma del compagno della donna, un cittadino albanese attualmente non indagato.

Sullo sfondo della vicenda si potrebbe individuare un caso di maternità surrogata, ipotesi che tuttavia non è stata accertata. Il reato contestato riguarda infatti la falsa attestazione della paternità del piccolo, che ora ha un anno e vive in una comunità protetta con la mamma. Per tutelarlo è stato avviato un procedimento al Tribunale dei Minori di Milano. Il legale coinvolto è difeso dall'avvocato Niccolò Angelini, che è anche presidente di Arcigay Pavia, che ha precisato che attualmente "il mio assistito non è rinviato a giudizio. Vista la delicatezza della situazione, ci sentiamo di dichiarare solo che ha agito unicamente per il bene del bambino".