Gambolò, uccide il figlio della badante: ipotesi sul movente

L'uomo, ammazzato dall’85enne, pretendeva che la madre venisse messa in regola

Ieri l’udienza per affidare gli incarichi a un medico legale e a un tossicologo

Ieri l’udienza per affidare gli incarichi a un medico legale e a un tossicologo

Sono partiti gli accertamenti non ripetibili disposti dal giudice per fare maggiore chiarezza sull’omicidio di Thomas Achille Mastrandrea, ucciso domenica dall’85enne Giovanni Vezzoli a Gambolò. Ieri mattina si è svolta un’udienza per il conferimento degli incarichi, affidati a un medico legale e a un tossicologo. Verranno svolti infatti sia l’esame autoptico sia quello tossicologico. Sono stati nominati anche consulenti di parte sia dalla difesa di Vezzoli, affidata all’avvocato Agnese Grippo, sia dal legale che assiste la madre della vittima. I periti si sono subito messi al lavoro, conclusa l’udienza.

Vezzoli è in carcere, il suo fermo è scattato lunedì all’alba ed è stato convalidato giovedì dal gip di Pavia dopo l’udienza di mercoledì durante la quale Vezzoli ha scelto di non rispondere alle domande del giudice ma, a margine, ha ripetuto più volte di aver sbagliato e di aver avuto paura. L’omicidio è avvenuto domenica pomeriggio nella casa di Vezzoli a Gambolò. L’anziano, in passato taglialegna e appassionato di caccia, avrebbe ucciso Mastrandrea con il fucile regolarmente detenuto.

Da chiarire il movente del delitto, anche se sembra sia di natura economica. Infatti la madre di Mastrandrea lavorava come badante presso Vezzoli, occupandosi della figlia del pensionato, una donna con disabilità. Tuttavia non aveva un regolare contratto e, secondo la ricostruzione dell’accaduto, il figlio avrebbe supportato anche in precedenza la sua richiesta all’85enne affinché la mettesse in regola. La mamma della vittima era presente il giorno dell’omicidio, ma si trovava in un’altra stanza.

La dimora di Vezzoli, luogo del delitto, ora è sotto sequestro. Non è escluso che la difesa presenti un’istanza per consentire il recupero di alcuni effetti personali. Al momento non è stata formalmente avanzata per l’anziano la richiesta di una misura alternativa al carcere, in seguito potrebbe essere chiesta la messa ai domiciliari in una struttura d’accoglienza.