Frode nella vendita del vino: bloccati 740mila euro di beni alla cantina

Canneto Pavese, conseguenza delle condotte dei titolari arrestati nel 2020. Dopo lo stop del Riesame ora il provvedimento è esecutivo

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Un sequestro "bis". E’ infatti la seconda volta che vengono posti sotto sequestro preventivo gli stessi 740mila euro, prima agli indagati, con provvedimento poi annullato dal ricorso al Riesame, ora alla società cooperativa. Si tratta infatti della vicenda scoppiata all’alba del 22 gennaio 2020 (operazione “Dioniso“) con i 5 arresti (ai domiciliari), tra cui l’allora presidente della Cantina sociale di Canneto, insieme alla vice, a due enologi e a un mediatore. Nei confronti dei tre principali indagati (il presidente, la vice e il mediatore), ora in stato di libertà, il 23 novembre dello scorso anno la Guardia di finanza di Voghera e i carabinieri di Stradella avevano dato esecuzione al provvedimento del Gip Luigi Riganti, che accogliendo la richiesta della Procura aveva disposto il sequestro preventivo di 8 immobili, conti correnti e altri beni, per un valore complessivo di 740.184,86 euro.

Gli avvocati, facendo ricorso al Tribunale del riesame, avevano ottenuto l’annullamento di quel provvedimento a carico dei tre indagati ritenuti dagli inquirenti i presunti responsabili della realizzazione concreta della frode. Ma, in base alle normative in vigore, la responsabilità in solido sarebbe comunque dell’ente, in questo caso la società cooperativa della Cantina di Canneto, nei confronti della quale ora è dunque scattato il conseguente provvedimento, reso noto ieri dalla Procura di Pavia, tramite la Guardia di finanza: "La misura cautelare - spiega nella nota il procuratore Fabio Napoleone - rappresenta il risultato finale di una complessa attività d’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Pavia, svolta dalla Compagnia carabinieri di Stradella e dalla Compagnia Guardia di finanza di Voghera, con il concorso del Gruppo carabinieri Forestale di Pavia e dell’Ispettorato Centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari (Icqrf), che ha consentito di eseguire il sequestro preventivo di disponibilità finanziarie e partecipazioni societarie per un valore complessivo pari a 740.000 euro, nei confronti di una società che avrebbe beneficiato di un illecito profitto derivante dalle condotte fraudolente di tre soggetti, a vario titolo indagati per i reati di associazione a delinquere finalizzata alla frode in commercio e alla contraffazione di indicazioni geografiche o denominazione di origine dei prodotti agroalimentari".

Il sequestro colpisce la Cantina di Canneto in fase di procedura di ‘esdebitamento’, decisa dall’assemblea dei soci lo scorso dicembre. La vicenda giudiziaria è peraltro ancora nella fase preliminare: dopo gli arresti scattati nel gennaio 2020, non risulta ancora notificata la fine delle indagini. L’operazione “Dioniso“ riguarda la vendemmia 2018, emersa a seguito di un esposto, che aveva portato gli ispettori dell’Icqrf ad accertare un consistente "ammanco di cantina", ovvero una differenza di quasi 1.200.000 litri tra la quantità fisica di vino presente e la quantità commerciale riportata nei registri.

Stefano Zanette