Fibronit, l’amianto comincia a sgretolarsi. Una bomba sull’Oltrepò

Broni, ogni anno 58 morti. Servono 50 milioni di euro per la bonifica ma i fondi necessari devono arrivare dallo Stato, perché la Fibronit è un sito di interesse nazionale di Pierangela Ravizza

La Fibronit di Broni è una bomba pericolosa per la salute: la bonifica non è conclusa

La Fibronit di Broni è una bomba pericolosa per la salute: la bonifica non è conclusa

Broni, 14 ottobre 2014 - Numeri (quasi) da catastrofe: una media di 58 morti all’anno, ma il dato è aggiornato al 2012 e potrebbe anche essere sottodimensionato perché, soprattutto fino a qualche anno fa, molti decessi non erano catalogati. Si conosce la causa (l’amianto) e l’origine, soprattutto una ex fabbrica che prima si chiamava Cementifera e nell’ultimo periodo, prima della chiusura, Fibronit.

Una "bomba ecologica a Broni, Oltrepò Pavese, a poche centinaia di metri dal centro paese e sulla cui definizione sono tutti d’accordo. Per la bonifica potrebbero servire anche più di 50 milioni di euro. Finora ne sono stati spesi circa 7, altri 13 milioni sono ritenuti urgenti per procedere con il secondo lotto. «Altrimenti quello che è stato fatto prima, considerando che il materiale incapsulato tiene, ma ha una scadenza, potrebbe essere inutile» fa sapere Silvio Mingrino, presidente dell’associazione Avani (vittime dell’amianto). Il quale aggiunge: «Bisogna pensare anche alla bonifica di altri siti dove ci sono enormi quantità di amianto che comincia a sgretolarsi».

Più o meno quello che ha detto anche Andrea Astranti del comitato difesa ambiente di Broni quando, nei giorni scorsi, è venuto a Broni il governatore Roberto Maroni con l’assessore all’ambiente Claudia Terzi. «Siamo pronti ad anticipare i 13 milioni che servono per andare avanti nella bonifica, purchè ci sia la firma e l’ok definitivo da parte del Ministro all’Ambiente» ha detto Maroni. «Erano stati chiesti approfondimenti e precisazioni all’Asl e all’Arpa (l’agenzia regionale per l’ambiente) e sono stati inviati» conferma l’assessore regionale Terzi.

Insomma un’altra storia di “mala” burocrazia? La Fibronit rientra fra i siti di interesse nazionale: i fondi necessari per la bonifica devono arrivare dallo Stato. «In Lombardia ci sono altri sei siti in situazione analoga, ma quello di Broni è sicuramente prioritario. Per quelli di competenza regionale siamo già intervenuti» aggiungono Maroni e l’assessore Terzi. Gli ambientalisti, però, incalzano anche il Comune oltre che il Governo: «Non solo la ex fabbrica, ma tutta Broni deve diventare, come avvenuto per Casale, un sito di interesse nazionale ed intervenire anche per la bonifica delle piccole coperture di privati, altrimenti è come rimuovere un’enorme massa cancerogena trascurando le metastasi», stigmatizza Silvio Mingrino, presidente dell’Avani. «Talloneremo da vicino il Ministro perché si decida a firmare» promette il senatore Gian Marco Centinaio, capogruppo della Lega in Senato. Anche perché la paura che l’amianto possa continuare a mietere vittime, non solo a Broni, è tutt’altro che placata. La Regione è disponibile a finanziare progetti di ricerca per la cura del mesotelioma.