Famiola, maschera ridanciana nata a Borgo Ticino

Pavia ha il suo Arlecchino. Un’ex lavandaia cuce. l’abito tricolore tipico. della tradizione locale

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Forse non ci si potrà attendere che i bambini lascino nell’armadio il vestito da Arlecchino o da Superman per diventare Famiola, ma di certo l’associazione MeiStòInBurgh e il circolo La barcela si stanno impegnando per far conoscere la maschera di Pavia. Perché anche Pavia ha una sua maschera. E’ nata in Borgo Ticino tra il 1800 e il 1990 e il suo debutto è avvenuto al teatro Bordoni (che oggi non c’è più) dove una marionetta molto originale per l’epoca, l’unica in grado di muovere la mandibola, faceva ridere il pubblico a crepapelle. Famiola era il suo nome, sposato con una lavandaia e padre di un bambino. E proprio dalle mani di una ex lavandaia è uscito il costume che ora sarà esposto. Lo ha cucito Luisa Lanati, ultima lavandaia del Borgo diventata poi una bravissima sarta. A lei il poeta Fabrizio Lana e la moglie Margherita Aradadori hanno portato delle immagini del primo ‘900. Da quelle l’anziana donna ha ricostruito il vestito. "Ha realizzato una giubba rossa bordata di bianco con un fiocco verde - ha detto Lana - che ricorda il tricolore. Non a caso la nostra bandiera per la prima volta è passata proprio dal Borgo". M.M.