Famiglia in fuga da Leopoli trova una casa sicura a Pavia

Una mamma coi suoi due bambini e le nonne è stata ricevuta dal sindaco Ubezio. Per loro un mazzo di mimose con carta blu. Ai piccoli di 10 e 4 anni un uovo di Pasqua

A sinistra il sindaco Stefano Ubezio con la famiglia ucraina arrivata a Carbonara

A sinistra il sindaco Stefano Ubezio con la famiglia ucraina arrivata a Carbonara

Carbonara al Ticino (Pavia) - ​I figli ormai adulti hanno lasciato il "nido" e così in quella grande casa c’è spazio per accogliere chi scappa dalla guerra. Ha accolto una mamma con i suoi due bambini e le nonne una famiglia di Carbonara. Le donne sono arrivate ieri pomeriggio in auto dopo un viaggio interminabile in cui ha guidato sempre la più giovane. Lei era già stata a Pavia in passato dove era stato curato il suo bambino che ora ha 10 anni.

E pure la nonna era stata in Italia dove il destino l’ha riportata. Originari di Leopoli, i profughi hanno lasciato le loro abitazioni 15 giorni fa, quando si sono trasferiti in un villaggio fuori città e più vicino al confine ritenendolo più sicuro. Quando così sicuro non è stato più, sono partiti con destinazione Pavia. Una città che non arrivava mai; per superare la frontiera con la Polonia sono rimaste bloccate 24 ore a causa delle troppe auto che cercano di uscire dall’Ucraina.

Una volta superato il confine, i polacchi li hanno aiutati prima di lasciarli ripartire. Al loro arrivo a Carbonara, accolti dal sindaco Stefano Ubezio hanno ricevuto un mazzo di mimose gialle in una confezione con lo sfondo blu. Un pezzo di "casa". I bambini di 10 e 4 anni, invece, hanno trovato un uovo di Pasqua. "E’ stato molto emozionante accoglierli - ha detto il sindaco -. Quando sono entrati in quella che sarà la loro casa, i bambini hanno trovato diversi peluche sul divano e si sono messi a giocare". Piccoli sprazzi di normalità in giornate che di normale non hanno quasi nulla visto che il padre dei piccoli ha voluto rimanere in Ucraina a combattere.

«Adesso sono in un alloggio sicuro e protetto - ha aggiunto Ubezio - e speriamo possano tornare al più presto a Leopoli". Per garantire però ai bambini la possibilità di riprendere la nostra lingua e integrarsi, fin da oggi il sindaco incontrerà la direzione didattica di Cava Manara per l’inserimento a scuola. Nel frattempo altri profughi saranno attesi anche in provincia. "Il 28 febbraio - ha spiegato Chiara Candita, presidente di Amici del sorriso che unisce Merendona del sorriso e Amici del 4° piano - mentre molti lanciavano raccolte di generi alimentari, noi abbiamo pensato che il problema fosse quello dell’alloggio. Abbiamo predisposto un modulo e in 48 ore abbiamo ricevuto più di 50 adesioni, adesso oltre 140 famiglie ci hanno messo a disposizione la loro casa in provincia di Pavia e in altre regioni. Così per ora abbiamo dato una casa ad almeno 7 famiglie che hanno continuato a stare insieme. Non ci sono ancora arrivati minori non accompagnati, se capitasse li accoglieremo".