Eitan, i legali della zia Aya: "Gli incontri con i Peleg saranno sorvegliati"

Dopo il verdetto favorevole ha ordinato che venga negoziato un nuovo accordo: "Il tribunale ha accolto le sue preoccupazioni"

Aya Biran

Aya Biran

"Rispetto alle accuse rivolte alla zia paterna di non rispettare gli accordi di alternanza nella custodia del minore precisiamo che in data 27 ottobre 2021, il tribunale in Israele, su istanza della tutrice, ha accolto le sue preoccupazioni ordinando che venga negoziato un nuovo accordo che preveda la sorveglianza di terza parte per le visite di Eitan alla famiglia Peleg". Lo spiegano i legali di Aya, la zia di Eitan residente nel Pavese.  Gli accordi precedenti, spiegano ancora, "sono stati dunque caducati da tale decisione del tribunale e la zia si sta attenendo alle indicazioni dell’autorità giudiziaria israeliana, che ritiene evidentemente necessaria una supervisione di terzi nel caso di contatti tra Eitan e la famiglia Peleg".

Stando a quanto denunciato ieri dai Peleg al Tribunale israeliano, sulla base della intesa temporanea tra le famiglie raggiunta nelle scorse settimane, prima della sentenza di lunedì, e che prevedeva una permanenza alterna del bambino di tre giorni tra Aya e il nonno Shmuel Peleg, la zia avrebbe dovuto riportare il piccolo al nonno e invece non lo ha più fatto. Secondo quanto riferito da fonti legali della famiglia Peleg, la zia non ha più risposto al telefono e non ha più riportato il minore ai Peleg anche se erano stati emessi dei solleciti. La stessa Aya, però, si è rivolta al Tribunale per chiarire di aver scelto di tenere con sé il nipote, dopo la sentenza, perché non si fida più dei Peleg, dopo che il piccolo è stato portato via dal nonno da Pavia l’11 settembre.