Pavia, allarme ecomafie: "Siamo in una situazione d'emergenza"

Le parole della presidente della commissione antimafia regionale Monica Forte

Monica Forte

Monica Forte

Il colonnello Giovanni Gervasi, della Direzione investigativa antimafia, ha spiegato invece che "attorno alla gestione e allo smaltimento dei rifiuti si crea un business con ampi margini di guadagno, che desta inevitabilmente l'interesse della criminalità organizzata. Laddove nascono sospetti o timori sull'attività condotta in un sito, è bene subito contattare le forze dell'ordine che operano in quel territorio".

L'incontro, che si è svolto in due diverse giornate, ha previsto un appuntamento serale di carattere generale e uno mattutino con contenuti specialistici, al quale hanno partecipato amministratori, funzionari e dipendenti degli enti locali, oltre ai cittadini.  "Per le organizzazioni criminali occuparsi, ad esempio, del ciclo illegale dei rifiuti attraverso aziende e impianti consente di moltiplicare gli affari - ha sottolineato Antonio Pergolizzi, curatore del "Rapporto ecomafia" di Legambiente -: mediante il riciclaggio e il reinvestimento di denaro in imprese che si occupano di trattamento, trafficando illecitamente e spaziando dal mercato dei rifiuti a quello dei sottoprodotti, simulando operazioni di trattamento per abbattere l’imponibile e frodare il fisco, acquisendo fette di mercato legale. Esistono imprenditori che si rivolgono ai clan per risolvere il problema dello smaltimento dei rifiuti. Gli oltre 30mila reati ambientali commessi ogni anno in Italia certificano il fallimento del territorio del nostro Paese: in alcuni casi non è più possibile avviare interventi di recupero attraverso le bonfiche, ma ci si deve limitare a mettere in sicurezza aree ormai devastate".