"Messo alle porte dalla discoteca perché di colore"

Il 23enne lomellino ha fatto scrivere al locale da un avvocato

Discoteca in una foto di archivio

Discoteca in una foto di archivio

Vigevano (Pavia) - ​Non gli hanno consentito di entrare in una discoteca che si trova oltre i confini della Lomellina, dove peraltro era già stato altre volte senza incontrare alcun problema, perché la sua pelle è scura. La brutta disavventura è capitata a un 23enne nato nel nostro Paese e cittadino italiano con ascendenze francesi, che vive in un piccolo centro della Lomellina. Passata la sorpresa, è subentrato lo sdegno. E così si è affidato all’avvocato Matteo Gandolfi di Cassolnovo. Il legale ha inviato una e-mail al locale che, per il momento, non ha risposto.

«Ci ero già stato con i miei amici – racconta il 23enne – e ci sono tornato. Eravamo in quattro, era da poco passata l’una. I miei amici sono entrati senza problemi, io sono stato invitato a seguire gli addetti alla sicurezza senza una spiegazione. Non mi sono mai sentito così umiliato; quella notte non sono riuscito a chiudere occhio". Nella lettera inviata al locale l’avvocato Gandolfi sottolinea che "il mio assistito è stato guidato sino a una porta di emergenza da cui è stato fatto uscire dal locale, sempre senza ricevere alcuna spiegazione. All’esterno si è trovato con diversi altri ragazzi di colore, che non conosceva, ai quali era stato riservato un analogo trattamento". Quando gli amici si sono resi conto che al giovane non era stato consentito l’accesso, lo hanno raggiunto e insieme se ne sono andati.

«Posto che il mio assistito non ha mai creato alcun tipo di problema né ha tenuto atteggiamenti inadeguati – prosegue l’avvocato – l’inaccettabile condotta tenuta dal personale di sicurezza del locale si configura come gravemente lesiva della sua dignità personale e inequivocabilmente discriminatoria. La distinzione e la conseguente esclusione si è fondata sull’origine etnica desunta dal colore della pelle, in aperta violazione delle più elementari regole di inclusione sociale e di svariate leggi". Uno dei buttafuori si sarebbe limitato a dire: "Quelli come lui fanno casino". Il giovane potrebbe chiedere un risarcimento danni.