Pavia, detenuto appicca fuoco in cella e uno degli agenti viene colpito da infarto

L'episodio, nel carcere pavese di Torre del Gallo, reso noto dal sindacato della polizia penitenziaria Osapp

L'esterno del carcere di Torre del Gallo a Pavia

L'esterno del carcere di Torre del Gallo a Pavia

Pavia, 13 gennaio 2020 - Un detenuto, 40enne italiano, ha incendiato la propria cella, appiccando il fuoco a uno sgabello di legno e altro materiale facilmente infiammabile. E nella concitazione dell'intervento degli agenti di polizia penitenziaria, uno di loro è stato colto da un grave malore. E' successo nel pomeriggio di ieri, domenica 12 gennaio, nel carcere pavese di Torre del Gallo, reso noto oggi dalla segreteria regionale Lombardia dell'Osapp, Organizzazione sindacale autonoma polizia penitenziaria. Erano circa le 15 quando il detenuto, pare per protestare per una richiesta di trasferimento rimasta inascoltata, ha appiccato il fuoco all'interno della propria cella. Il personale della polizia penitenziaria è intervenuto per spegnere l'incendio e per contenere lo stato di forte agitazione del detenuto. E anche per evacuare buona parte degli altri detenuti rinchiusi nelle celle, che rischiavano di rimanere intossicati dal denso fumo provocato dall'incendio.

Nei concitati momenti dell'intervento, un assistente capo della polizia penitenziaria si è accasciato al suolo, colpito da infarto: è stato trasportato al pronto soccorso dell'ospedale Humanitas di Rozzano, dov'è stato sottoposto a intervento chirurgico e quindi ricoverato nel reparto di terapia intensiva dell'unità coronarica. "Il detenuto che ha causato tale episodio - spiega la nota dell'Osapp - è già noto per aver posto in essere dei tentativi di suicidio o autolesionistici e tali comportamenti pare siano attuati per uno stato di forte sofferenza psichica. Il personale della Casa circondariale di Pavia manifesta grande sostegno e solidarietà al collega colpito da infarto e con evidente 'sfogo' lamenta la mancanza di mirati interventi terapeutici per lo scompenso psichico di alcuni soggetti che sono già noti allo staff medico dell'Asst di Pavia che gestisce il servizio di medicina penitenziaria".

"La situazione delle aggressioni al personale di polizia, delle rivolte e delle devastazioni, che come sindacato denunciamo - commenta il vice segretario regionale dell'Osapp, Salvatore Giaconia - dimostrano il fallimento del buonismo nella gestione dei penitenziari. Questa organizzazione sindacale ha rivolto, più volte, accorati appelli al Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, al signor ministro della Giustizia e alle autorità di governo e politiche, perché siano poste in essere azioni di tutela a salvaguardia dell'incolumità fisica degli agenti di polizia penitenziaria che con solerte coraggio sono i primi a pagare il caro prezzo di un'evidente instabilità gestionale".