Pavia, il prefetto e il dl sicurezza: "Nessuno abbandonato al suo destino"

Attilio Visconti interviene sull'applicazione in provincia della legge e garantisce tutela a chi è "meritevole di protezione"

Il prefetto di Pavia, Attilio Visconti

Il prefetto di Pavia, Attilio Visconti

Pavia, 17 gennaio 2019 - "Il lavoro di programmazione svolto in precedenza ci consente oggi di non essere in affanno nell'attuazione della nuova normativa e di poter assicurare che nessun soggetto meritevole di protezione sarà abbandonato al suo destino". Il prefetto di Pavia, Attilio Visconti, interviene sull'applicazione in provincia del Decreto Sicurezza, smentendo la conseguenza del pericolo di un incremento di fenomeni di marginalità sociale. "I primi riscontri avuti dall'applicazione delle disposizioni del Decreto Sicurezza (118/2018) nella provincia di Pavia - dice il prefetto Visconti - sono assolutamente confortanti, non si registra alcun aumento delle uscite dai Centri di accoglienza straordinari ma un fisiologico turn over delle presenze, dovuto anche ai benefici delle disposizioni in tema di velocizzazione della conclusione dei procedimenti finalizzati all'esame delle domande di protezione internazionale".

Per quel che riguarda la questione dell'abolizione del permesso di soggiorno per motivi umanitari, il prefetto Visconti non ritiene che la gestione del regime transitorio possa costituire un problema per la provincia di Pavia: "Il nuovo Decreto, nell'abolire il permesso di soggiorno per motivi umanitari ha inteso superare il concetto di un 'diritto di permanenza indistinto', stigmatizzato peraltro anche dalla Corte dei Conti, per l'aggravio dei costi che ha determinato sulle finanza dello Stato". Uno strumento di integrazione peraltro poco adeguato, in base ai numeri forniti dalla Prefettura: "Dei 40mila permessi di soggiorno per motivi umanitari concessi negli ultimi 3 anni, solo 3.200 sono stati convertiti in permesso di lavoro e solo in 250 casi è stato ottenuto il ricongiungimento familiare".

Il prefetto Visconti rassicura comunque sulla sorte di chi in provincia di Pavia è attualmente in possesso del permesso di soggiorno per motivi umanitari: "La norma - spiega - prevede un regime transitorio per cui i titolari di protezione umanitaria attualmente ospitati presso lo Sprar (che assumerà la nuova denominazione di Siproimi - Sistema di protezione per i titolari di protezione internazionale e i minori stranieri non accompagnati) vi rimarranno fino alla scadenza del progetto. Alla scadenza, potranno chiedere un permesso di soggiorno per 'casi speciali', ossia le ipotesi previste dalla normativa a tutela di persone in condizioni di vulnerabilità. I titolari di queste tipologie di permesso di soggiorno aventi comprovate necessità di assistenza potranno continuare ad essere ospitati nelle strutture del Siproimi".