Daniele, un altro ciclista morto "Servono azioni straordinarie"

Tre decessi in un mese, l’associazione “Il sellino spiritato“ chiede misure concrete per la sicurezza

di Manuela Marziani

Da oltre due anni in via Folperti c’è una bici bianca legata a un albero. Ricorda Maria Vinetti, la donna investita e uccisa mentre tornava a casa in bicicletta, al quartiere Scala. Ma altre bici dovrebbero essere collocate in altri punti della città perché sono sempre di più i ciclisti che perdono la vita sulle strade a Pavia.

Nelle ultime quattro settimane sono già tre le vite spezzate.

L’ultimo incidente mortale si è verificato ieri mattina, quando un docente della scuola d’infanzia Negri di via Dei Mille non è arrivato dai suoi piccoli alunni.

"Caro Daniele, grazie per l’impegno dimostrato nell’istruzione dei nostri figli" ha scritto su Facebook il consigliere comunale di Cittadini per Depaoli sindaco, Roberto Rizzardi. "I miei figli, ma tutti i bambini che sono passati dal Negri, adoravano Daniele – ha aggiunto il consigliere e medico del pronto soccorso che ieri mattina ha soccorso Daniele Marchi quando purtroppo ormai non c’era più nulla da fare –. Non sono molti gli insegnanti di sesso maschile e trovarne uno con cui potevano giocare a pallone o fare altre attività per loro è stato molto bello. Ora dovrò trovare il modo migliore per far sapere loro che non c’è più".

Ieri mattina, ad avvisare della tragedia la scuola, dove l’insegnante doveva presentarsi alle 8, sono stati Rizzari e l’assessore alla polizia locale (l’incidente è avvenuto davanti al comando di viale Resistenza).

Marchi era un dipendente comunale molto conosciuto a Pavia dove si era trasferito dal Trentino. Riservato, era un ciclista esperto, che ogni giorno raggiungeva in bicicletta il suo posto di lavoro, e uno sportivo che amava fare camminate in montagna. Ieri mattina, l’auto guidata da un’insegnante del Bordoni, di 65 anni, lo ha urtato e non si è fermata a prestargli soccorso, ha parcheggiato ed è andata al bar.

"Tre morti in quattro settimane sono troppi - ha fatto notare Cosimo Lacava, presidente dell’associazione Il sellino spiritato – vuol dire che esiste un problema". È da tempo che l’associazione ribadisce come le strade non siano sicure per ciclisti e pedoni, ma non viene ascoltata. "Ci sono strade, come il lungoticino e viale Resistenza, che sono troppo larghe – ha proseguito Lacava – e le auto procedono velocemente. Stringendole si limiterebbe la velocità, perché non basta mettere un cartello di zona 30. E non basta realizzare cinque isole salvapedoni, bisogna intervenire con azioni straordinarie come richiede una situazione straordinaria".

Alcune proposte del Sellino spiritato, che ha redatto un piano Strade sicure, sono arrivate già sul tavolo del sindaco Fabrizio Fracassi, dell’assessore alla mobilità Antonio Bobbio Pallavicini e del prefetto. "Ma nulla è cambiato – ha ribadito Cosimo Lacava – e i ciclisti continuano ad essere investiti. Forse la polizia locale dovrebbe elevare più contravvenzioni. Ogni giorno, andando al lavoro in bicicletta, noto che il comportamento del 90% degli automobilisti è sbagliato: c’è chi usa il cellulare, chi va a 80 chilometri orari in città, chi urta i ciclisti per guadagnare un secondo e fermarsi al semaforo. E le sanzioni non vengono elevate altrimenti sarebbero ben più di 63mila le multe fatte in un anno. Spero che la situazione cambi, ma temo fortemente che prima o poi verrà investito un bambino, visto quello che si verifica davanti alle scuole".

Per chiedere strade più sicure, le associazioni di ciclisti stanno organizzando una manifestazione per la prossima settimana.