Covid: plasma dei guariti, efficacia lunga

Pavia, l’immunologo Perotti del San Matteo: in alcuni pazienti gli anticorpi diminuiscono ma poi risalgono

Pietro Castellese con lo staff del professor Cesare Perotti

Pietro Castellese con lo staff del professor Cesare Perotti

Pavia, 12 novembre 2020 - Non una sola donazione di plasma, dopo aver contratto il Covid, ma due, tre o anche quattro. Si aprono nuove prospettive per la plasmaterapia che, insieme ad alcuni farmaci, rappresenta l’unica cura al momento disponibile per il Coronavirus. "Talvolta chi ha sviluppato la malattia in modo più o meno grave – spiega Cesare Perotti, direttore del servizio di Immonoematologia e Medicina trasfusionale del San Matteo -, quando viene sottoposto a test continua ad avere anticorpi neutralizzanti. Inaspettatamente un valore non scende. Questo accade in un certo numero, non molto alto, di ex pazienti, mentre in pochi altri addirittura gli anticorpi risalgono. Non si sa perché accada, forse mantengono un’immunità per lungo tempo". Solitamente gli anticorpi neutralizzanti, quelli che aiutano altri malati a combattere il virus, permangono per un periodo di tempo che va dai 15 ai 30 giorni, mentre in altre persone restano dai 40 ai 90 giorni.

"Una persona - ha aggiunto Perotti - è venuta quattro volte a donare plasma. Pietro Castellese che si occupa del Cral del San Matteo è venuto due volte". Con la seconda ondata e un aumento dei casi, è importante che aumentino le donazioni. "Abbiamo rimesso in moto la macchina - prosegue il direttore del servizio di immunoematologia che ha pensato alla plasmaterapia per la cura del Covid, oggi non ancora licenziata come terapia standard - e organizzato un servizio. Al centralino del San Matteo abbiamo degli studenti in medicina volontari che effettuano il triage. Invitiamo le persone a venire gratuitamente, senza pagare il ticket e li sottoponiamo al test di neutralizzazione, se gli anticorpi presenti sono in quantità adeguata, quindi le persone risultano idonee, vengono e donano. Prima, invece, il sistema era meno organizzato. Ora, grazie al test messo a punto dal professor Flavio Baldanti, possiamo sapere prima se il plasma ha anticorpi oppure no. Il nostro sistema di rintraccio sarà pubblicato sulla più importante rivista americana di medicina trasfusionale".

Ieri al San Matteo erano 203 i pazienti ricoverati, di cui 42 in terapia intensiva, 26 in assistenza respiratoria e 135 in degenza ordinaria. Nelle ultime 24 ore ci sono stati 17 nuovi ricoveri, 15 pazienti dimessi e 4 deceduti. "La plasmaterapia funziona se arriva nel momento giusto - dice ancora il professor Perotti -. La tempistica è importante. Il plasma con gli anticorpi neutralizzanti deve essere infuso prima che un paziente entri in terapia intensiva, quando sta peggiorando". Da ottobre Pavia ha inviato una ventina di sacche di plasma in Italia. "A chi ci chiede aiuto, noi mandiamo il plasma - fa notare l’immunologo - siamo solidali. Nei mesi scorsi abbiamo cercato di creare una piccola “banca“, ma andando avanti con questo ritmo, tra un mese non avremo più nulla". Per questo motivo è importante che, quanti hanno contratto la malattia si mettano a disposizione per effettuare una donazione di plasma.