Covid, ecco l’anticorpo più forte delle varianti

Nuova scoperta dei ricercatori con il contributo del San Matteo: i test hanno dimostrato l’efficacia anche contro il ceppo inglese

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di Manuela Marziani

Anticorpi monoclonali di seconda generazione per combattere tutte le varianti del Coronavirus. È stato pubblicato sulla prestigiosa rivista "Nature" uno studio condotto da un team di ricercatori europei, al quale ha partecipato anche il San Matteo, che ha portato allo sviluppo di un anticorpo ottenuto unendo due antigeni del virus in una singola molecola artificiale. I test preclinici hanno dimostrato che protegge dalla Sars-CoV-2, inclusa la variante inglese.

"L’anticorpo è stato sviluppato nell’ambito dell’attività del progetto di ricerca Atac (Antibody therapy against Coronavirus), finanziato dall’European Research Council – spiega Fausto Baldanti, responsabile del laboratorio di virologia molecolare del San Matteo, che ha lavorato al progetto con un team composto dai virologi Elena Percivalle e Antonio Piralla e dalla dottoranda Irene Cassaniti –. La ricerca si proponeva di sviluppare un’immunoterapia contro il Covid-19 sfruttando tre diversi approcci per massimizzare le possibilità di successo e sfruttare i vantaggi di ciascuno. Il primo è consistito nella "immunoterapia con plasma iperimmune", sviluppato principalmente a Pavia. Il secondo, "immunoterapia con gamma-globuline", è stato seguito dal Karolinka Institutet di Stoccolma. L’approccio "immunoterapia mediante anticorpi monoclonali" è stato sviluppato dalla Technische Universität Braunschweig, e dall’IRB di Bellinzona. Quest’ultimo, ha avuto successo nel generare anticorpi monoclonali umani altamente reattivi. Le caratteristiche biologiche e l’efficacia degli anticorpi monoclonali cosi prodotti sono state definite dal nostro gruppo di ricerca al San Matteo". Nei laboratori del Policlinico, il nuovo anticorpo è stato testato per la prima volta e si è visto che, se con altri anticorpi il virus riesce a sfuggire e a replicarsi, con il nuovo "anticorpo bispecifico" non ce la fa.

A differenza degli anticorpi che riconoscono un singolo antigene, il doppio legame degli anticorpi bispecifici riduce sensibilmente la selezione di varianti resistenti. L’anticorpo ha elevata efficacia e caratteristiche che lo rendono un ottimo candidato per la sperimentazione clinica, con buone possibilità di utilizzo sia nella prevenzione della malattia sia nella cura di pazienti. La notizia è stata rilanciata dalla Commissione Europea, che ha finanziato la ricerca. "Grazie al lavoro dei ricercatori finanziati dall’Ue – ha commentato Mariya Gabriel, commissario per l’istruzione della Comunità Europea – questa scoperta potrebbe prevenire e trattare i casi di Covid-19, salvando la vita".