"Così porterò più turisti nel parco di Paestum"

La direttrice dell’area archeologica è la pavese Tiziana D’Angelo. "Punterò su tour enogastronomici, arrampicate, visite all’entroterra"

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di Manuela Marziani

Si è fermata in Cilento, la “ragazza con la valigia“ che fa rivivere il passato. Tiziana D’Angelo da gennaio dirige il Parco archeologico di Paestum e Velia, iscritto dal 1998 nella lista del patrimonio mondiale Unesco, ha competenza territoriale sul museo e sull’area archeologica di Paestum, sul Museo narrante di Hera Argiva alla foce del Sele, sull’area dell’ex stabilimento della Cirio, sulle mura di cinta e su altre aree archeologiche.

Ha portato uno sguardo longobardo in Magna Grecia?

"Ho girato molto il mondo - risponde con un sorriso l’archeologa - e ho trovato approcci diversi. Gli americani, ad esempio, sono molto bravi a valorizzare quello che hanno. Noi dobbiamo proteggere il nostro patrimonio e valorizzarlo, magari in un modo originale".

Che progetti ha in mente per Paestum e Velia?

"Ci sono molti progetti su cui lavorare, alcuni sono già avviati dal mio predecessore Gabriel Zuchtriegel e altri ancora da sono impostare. Penso che i due siti debbano essere valorizzati anche nella bassa stagione e legarli meglio al turismo. A Paestum e ad Ascea (il centro balneare che si trova sotto Velia) il mare è splendido, ma c’è molto altro da fare, tour enogastronomici, arrampicate, visite ai borghi dell’entroterra cilentano. Si devono offrire dei pacchetti, così si valorizza anche Velia che è meno conosciuto, ma è molto importante: ha dato i natali a Parmenide e Zenone".

Il suo predecessore ha aperto i siti archeologici per spettacoli serali, lei proseguirà nell’ottica di avvicinare all’archeologia persone magari lontane da questo mondo?

"Certo. Ospitare in un contesto di 26002700 anni fa cantanti o scrittori è molto suggestivo. Dal 20 luglio al 20 agosto ci sarà “Musica e parole” Roberto Vecchioni, Vinicio Capossela, Malika Ayane, Gegé Telesforo, Danilo Rea e Luciano Biondini, N.O.I. La Nuova Orchestra Italiana, Paolo Belli, Raphael Gualazzi e Simona Molinari. Ma abbiamo anche ospitato i finalisti del premio Strega. Così forse riusciamo ad agganciare segmenti di pubblico che non verrebbero a visitare il parco".

Senza gli spettacoli non vengono i turisti?

"No, stiamo avendo dei segnali molto positivi. Nel weekend di Pasqua abbiamo registrato un numero di visitatori superiore a quello del 2019. I primi sei mesi dell’anno sono andati molto bene, abbiamo notato una gran voglia di cultura, però non è soltanto la visita che cercano. Vogliono partecipare, essere parte di una realtà. E noi offriamo laboratori per i bambini ed eventi per i ragazzi. Abbiamo riaperto anche i depositi del museo e mostriamo che cosa fa un archeologo".

Lei come ha deciso di fare l’archeologa?

"Ero un’adolescente e mi trovavo in Sicilia, a Siracusa dove mi sono innamorata dell’archeologia".

Ora è in Cilento, c’è ancora molto da scoprire nel parco?

"Sì, ma oltre a valorizzare si deve monitorare ciò che c’è. Ad esempio bisogna vedere che impatto hanno i cambiamenti climatici sul nostro patrimonio".