Torre civica, ferita ancora aperta: grande partecipazione alla commemorazione

Più persone rispetto agli altri anni alla cerimonia in ricordo delle 4 vittime del crollo risalente al 1989

In alto la commemorazione nello stesso luogo del drammatico crollo

In alto la commemorazione nello stesso luogo del drammatico crollo

Pavia, 18 marzo 2019 - Il passato e il presente, uniti nel ricordo. Con una cerimonia più partecipata rispetto ad altri anni, forse solo perché l’anniversario è caduto di domenica, ma magari anche perché il trentennale ha riacceso un interesse maggiore di molte altre delle 29 precedenti occasioni, ieri Pavia ha ricordato il crollo della Torre civica. Era un venerdì quel tragico 17 marzo del 1989 che ha segnato per sempre non solo lo skyline ma anche la storia della città.

Come ogni anno, alla commemorazione in piazza del Duomo, dopo la messa celebrata nella stessa cattedrale, il primo ricordo è andato alle 4 vittime: Giuseppina Comaschi, 53 anni, rimasta schiacciata dalle macerie all’interno della sua edicola; Giulio Fontana, 77 anni, albergatore del Regisole, trovato morto ancora seduto sulla poltrona del barbiere di via Omodeo; Barbara Cassani e Adriana Uggetti, due giovani amiche di 17 e 18 anni di San Genesio, entrambe commesse in negozi del centro storico di Pavia, travolte dal crollo mentre guardavano la vetrina di scarpe del negozio Vittadini, all’angolo tra via Bossolaro e via Omodeo. Come ogni anno, ieri mattina c’era anche la rappresentanza di San Genesio, con il sindaco Cristiano Migliavacca doppiamente emozionato nel ricordo, perché era amico delle 2 ragazze, quasi coetanee, rimaste uccise nel crollo.

Il sindaco di Pavia, Massimo Depaoli, ha fatto una variazione al programma degli interventi e ha ceduto la parola a Sandro Bruni, primo cittadino all’epoca del crollo. Una testimonianza sinceramente emozionata per il ricordo di quei momenti così drammatici e difficili, ma anche per la reazione avuta dalla città. «Questo ricordo diventa testimonianza per la nostra città – le parole di Sandro Bruni – una testimonianza dell’unità d’intenti che ci ha visti impegnati tutti insieme, tutta la città unita. Ed è quindi uno stimolo, anche per il futuro, per lavorare insieme, comunità civica e comunità religiosa. È indispensabile, specialmente oggi con i tanti problemi da affrontare che ci sono, che un’unica comunità porti a un’unica azione di cittadini, per un futuro che non potrà che essere migliore».

Bruni ha anche ricordato quell’ampio programma di monitoraggio degli altri monumenti cittadini seguito al crollo della Torre, innanzitutto all’adiacente Duomo, ma anche alle poche rimaste delle 100 torri della città medievale. «A noi tocca il compito – ha aggiunto Massimo Depaoli – di custodire l’esistente, di fare il possibile perché non accadano più simili tragedie. Ma anche di prenderci cura di questi resti: noi abbiamo cercato di farlo come amministrazione, però il rispetto verso i resti è in carico a tutti noi, con attenzione e cura di quello che abbiamo».