Alzheimer, terapie con le bambole in Rsa. "Stimolano contatto umano"

Cilavegna, progetto dedicato agli ospiti affetti da Alzheimer. Donazione dal Rotary

Le bambole che "curano" l'Alzheimer

Le bambole che "curano" l'Alzheimer

Cilavegna (Pavia) - Nomalmente sono considerate un gioco. Ma per i pazienti affetti da Alzheimer possono rappresentare un efficace strumento terapeutico per tornare a sviluppare empatia. Parte a Casa Serena, la più grande residenza per anziani del territorio (263 gli ospiti totali), il progetto sperimentale della “doll therapy“ avviato anche grazie alla collaborazione del Rotary Club Mede-Vigevano presieduto da Massimo Villa, che ha consegnato 17 bambole alla struttura cilavegnese. Si tratta di modelli espressamente pensati per un utilizzo “non convenzionale“, realizzati con materiale ignifugo, atossico e lavabile, con occhi grandi e sguardo laterale, che ha il preciso obiettivo di non causare stress al paziente. Non sono sessualmente identificabili e hanno una postura che ricorda quella dell’abbraccio, oltre ad avere peso e dimensioni adeguate a persone anziane e capelli molto realistici che spingono al tocco.

"Il primo obiettivo è restituire dignità a queste persone – spiega la dottoressa Laura Ghiro che ha curato il progetto –. La grande sfida è trovare strumenti che permettano loro di tornare a esprimersi, nonostante la malattia tenda ad offuscarli. Queste bambole spingono a rinnovare il desiderio di contatto umano". La terapia con le bambole verrà tarata su ogni singolo individuo (qualche decina i potenziali fruitori nella struttura) sulla scorta delle indicazioni di un medico e di uno psicologo che valuteranno sia la storia clinica sia quella biografica del soggetto.

"La pandemia da Covid è stata un altro grande ostacolo – aggiunge il dottor Alessandro Pistoia, direttore sanitario di Casa Serena –. Molti anziani sono decaduti dal punto di vista cognitivo e sono rimasti soli a casa per lunghi periodi, così patologie come l’Alzheimer si sono aggravate. Monitoreremo il progetto nelle diverse fasi per raccogliere i dati che saranno diffusi e messi a disposizione di altri istituti per anziani che intendano seguire questa stessa strada".

La terapia con le bambole non è di recente concezione ma affonda le sue radici negli studi dello psicologo John Bowlby negli anni Sessanta ed è stata ripresa negli anni Novanta dalla collega svedese Nritt Marie Egedius Jakobsson. Gli effetti diretti sono: diminuire il livello di stress, facilitare le relazioni e fare riaffiorare i ricordi e le emozioni della vita passata.