Muore a 12 anni per un'occlusione intestinale, chirurgo nei guai: rinviato a giudizio

il caso di Francesco Palomino Conga

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Una Tac gli avrebbe potuto salvare la vita. È stato rinviato a giudizio dal gup di Lodi il medico chirurgo dell’ospedale di Vizzolo Predabissi accusato di omicidio colposo per la morte di Francesco Palomino Conga, il 12enne di Cervignano d’Adda deceduto il 30 dicembre 2019 nel nosocomio di Vizzolo in seguito a un’occlusione intestinale non diagnostica rapidamente. Il processo si terrà nel tribunale di Lodi a marzo 2022.

La famiglia del piccolo Francesco, che ha scelto di non costituirsi parte civile al processo penale ma che sta portando avanti una causa civile nei confronti del medico, si prepara alla battaglia in aula. Il 19 gennaio al tribunale di Lodi si aprirà questo filone del procedimento. Per i genitori di Francesco, il loro figlio si sarebbe potuto salvare: al pm di Lodi Antonella Dipinto avevano subito evidenziato, tramite il legale, "un ritardo da parte dei medici nella diagnosi".

Il ragazzo aveva cominciato ad avvertire dolori fortissimi la sera del 27 dicembre e il 28 era stato portato all’ospedale di Vizzolo, dov’era entrato alle 5.30 del mattino. Nonostante le prime cure, il 12enne non riusciva ad andare in bagno. Solo dopo diverse ore il ragazzino era stato sottoposto all’ecografia che aveva rivelato un blocco intestinale che rendeva necessario l’intervento, il personale medico aveva però detto che nel reparto non c’erano strutture idonee. Ma era troppo tardi.

"La Procura di Lodi ha fatto un lavoro molto preciso su questa tragedia – spiega l’avvocato Giuseppe Badolato, che rappresenta la famiglia del 12enne – Per noi non ci sono mai stati dubbi sulla responsabilità di chi ha curato Francesco".

C.D.E.