Pavia, nasce il centro di raccolta solidale: un aiuto a mille famiglie in povertà

Sugli scaffali del locale aperto dalla comunità di Sant’Egidio si trovano riso, pelati, prodotti per l’igiene A regalare generi di prima necessità a sostegno di chi è in crisi economica sono cittadini ma anche aziende

La nuova sede della comunità Sant’Egidio al civico 37/B di corso Garibaldi

La nuova sede della comunità Sant’Egidio al civico 37/B di corso Garibaldi

Pavia -  Il contagio della solidarietà. In un anno difficile che ha visto diffondersi l’epidemia di Coronavirus, anche la voglia di donare è passata da una mano all’altra. La conseguenza di questo desiderio di rispondere ai crescenti bisogni di una parte delle famiglie è stata l’apertura di un luogo in cui raccogliere alimenti e altri generi di prima necessità, donati dai pavesi per aiutare persone in gravi difficoltà economiche per la crisi provocata dall’emergenza sanitaria. Il centro, aperto al civico 37/B di corso Garibaldi, è stato inaugurato ieri dalla Comunità di Sant’Egidio che ha riutilizzato dei locali da tempo vuoti, messi a disposizione dal Comune. 

Donati da privati , ma anche da aziende come Galbusera e So.Vite oppure club come il Rotary Pavia Minerva, sugli scaffali si trovano riso, pasta, pelati, legumi, dolci e pure prodotti per l’igiene personale o pannolini. "A Pavia - ha spiegato Chiara Rapella della Comunità di Sant’Egidio - finora abbiamo incontrato 163 famiglie, il 43% italiane e il 57% straniere, per complessive 549 persone con 182 minori; la media è di 3,3 componenti per nucleo familiare". Una volta al mese, il sabato pomeriggio e su prenotazione, queste persone si presentano con un carrellino o i sacchetti e portano a casa un pacco alimentare composto da generi di prima necessità soprattutto non deperibili. «Oggi ci è stato donato del formaggio - ha aggiunto Chiara - e lo distribuiremo, ma non sempre accade. Solitamente diamo passata di pomodoro, alimenti in scatola con un’attenzione ai gusti personali, perché ormai sappiamo chi non mangia carne e chi non ama il riso, e alla composizione delle famiglie: le confezioni più grandi non andranno di certo alle coppie, ma ai nuclei più numerosi".

A chiedere aiuto sono anziani, invalidi, persone sole o che vivono in case popolari. "Spesso si tratta di situazioni che erano già precarie anche prima dell’emergenza Covid - ha aggiunto Chiara Rapella -. La crisi però si fa sentire anche in chi il lavoro ce l’ha, ma deve farsi carico di parenti disoccupati". Complessivamente sono un migliaio a Pavia le famiglie seguite dal Comune per la crisi. "Dobbiamo ringraziare la Comunità di Sant’Egidio, così come tutti gli altri volontari, per il grande contributo che stanno garantendo nel sostenere tante situazioni di fragilità – ha sottolineato Anna Zucconi, assessora comunale ai servizi sociali -. In città è cresciuta e si è consolidata in questi mesi una rete della solidarietà che sta svolgendo un ruolo fondamentale".