Casteggio: dopo i sigilli, i timori sul depuratore

Il Codacons sul depuratore: che acqua è stata consumata?

I carabinieri del Gruppo forestale

I carabinieri del Gruppo forestale.

Casteggio (Pavia), 21 aprile 2018 - Dopo il sequestro, la preoccupazione. All’indomani della posa dei sigilli sul depuratore di Casteggio, dopo la scoperta dell’inquinamento del torrente Coppa e quindi del mancato funzionamento dell’impianto, il Codacons esprime timori per la salute degli abitanti del posto: «Viene spontaneo chiedersi quale acqua sia stata fatta consumare agli abitanti di Casteggio». L’associazione dei consumatori sottolinea, alla luce di quanto emerso: «Chi di dovere ora spieghi se e quali conseguenze vi saranno per la salute dei cittadini. Auspichiamo che la magistratura faccia pronta chiarezza su quanto accaduto e i responsabili vengano sanzionati e soprattutto risarciscano i danni». E anticipa: «Il Codacons, a ogni modo, monitorerà la situazione e si costituirà parte civile nell’eventuale processo penale».

Indagati per la vicenda al momento l’amministratore unico di Asm Voghera spa Daniele Bruno e gli ex presidenti Sergio Bariani e Barbara Piermarioli. Il depuratore al momento resta attivo, nonostante il sequestro, per evitare disagi alla popolazione. L’operazione è scattata giovedì mattina, svolta dai carabinieri del Gruppo forestale e della stazione di Varzi insieme al personale Arpa e alla Guardia di Finanza di Voghera. Le indagini erano iniziate l’anno scorso con le analisi dei prelievi di acqua dal torrente Coppa. I tecnici Arpa avevano individuato livelli elevati di inquinanti.

Una situazione incompatibile con la vita degli animali acquatici e dei microrganismi: la gente del posto più volte ha segnalato morìe di pesci. Inoltre, i residenti di Casteggio e Verretto raccontano che un tempo sulle sponde del torrente era possibile vedere il cavaliere d’Italia, elegante volatile con le zampe rosse, ma da qualche tempo non più. Negli anni, la questione dell’inquinamento del Coppa è stata più volte affrontata, l’allora Corpo forestale dello Stato ha sporto negli ultimi trent’anni dieci denunce e aveva elevato sanzioni, sia nei confronti di Asm, i cui vertici sono anche finiti a processo, venendo poi assolti, ma anche verso un’azienda del posto multata nel 2015 per sessantamila euro perché accusata dello sversamento di sostanze zuccherine nell’acqua del torrente.